La società ProlificsTesting ha effettuato uno studio sulle perplessità degli utenti in ordine alle reti 5G: l’Italia si piazza nella top ten mondiale con 12.910 ricerche “negative”.
Gli italiani nutrono ancora dubbi in ordine ai reali benefici portati in dote dalla tecnologia 5G. Lo conferma uno studio di ProlificsTesting, che ha provveduto a misurare nei giorni scorsi lo scetticismo dei consumatori attorno alle reti di nuova generazione. La speciale graduatoria stilata dalla società inglese tiene conto di alcuni parametri di riferimento, ossia la quantità di ricerche sulla dannosità del 5G effettuate su Google dagli utenti di tutto il mondo, nel tentativo di trovare risposte certe rispetto alle iniziali perplessità. Ebbene, a fronte di quasi 13.000 ricerche mensili, l’Italia si piazza al nono posto della top ten mondiale, battuta soltanto dalle europee Olanda, Germania e Polonia, rispettivamente settima, sesta e quinta in graduatoria.
Come si evince dall’indagine di ProlificsTesting, gli italiani hanno trovato in Google un prezioso referente per confutare le argomentazioni sulla dannosità del 5G. Spicca, in effetti, un atteggiamento quantomeno di scetticismo da parte dei nostri utenti: più che cercare su Google approfondimenti sui benefici delle reti di nuova generazione (si pensi, a titolo esemplificativo, agli incrementi di velocità in download e upload, oppure agli smartphone supportati e alle consequenziali potenzialità pratiche provocate da un tale sostanziale miglioramento), i consumatori hanno infatti utilizzato il web per trovare risposta ad alcune domande di rilievo, come la pericolosità del 5G, i rischi per la salute, la sua dannosità e persino il rapporto di causa-effetto tra la recente tecnologia e il COVID-19. Fake news, per inciso già smentita a più riprese.
Bisogna dire, ad ogni buon conto, che l’atteggiamento di maggior diffidenza proviene dall’America: a detta di ProlificsTesting, sono addirittura 374.900 le ricerche mensili degli utenti USA più scettici sulle reti di nuova generazione.
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Se da un lato emerge dunque una posizione più critica, dall’altro non bisogna sottacere sulla moltitudine di consumatori per così dire “neutri”, cioè quelli che non hanno ancora maturato una posizione – positiva o negativa – sulle reti 5G e perciò vogliono approfondire l’argomento su Google. Secondo gli studi compiuti dalla società inglese, gli Stati Uniti, la Polonia e il Regno Unito sono i maggiori paesi che primeggiano per la keyword “5G” sul web. A far da contraltare sono invece la Nuova Zelanda, il Belgio e la Danimarca, territori dove per inciso si sono registrate minori ricerche sulle reti di nuova generazione: evidentemente, in questi casi, la tecnologia di cui si discorre è di scarso interesse e pertanto non costituisce tematica meritevole di approfondimento.
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