E’ stato accertato che sono stati estirpati su decine di ettari di terreno, circa 6500 alberi di Olivo, senza autorizzazione, per realizzare sui terreni impianti fotovoltaici. Ecco che la mano dell’uomo continua a danneggiare e trasformare in negativo il paesaggio del Salento, questa volta però con la scusa delle energie rinnovabili.
Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno messo fine all’abbattimento abusivo che stava avvenendo nei pressi di Cellino San Marco, nella provincia di Brindisi.
Grazie alla segnalazione dei tecnici della Regione Puglia è stato accertato che già tra il 2010 e il 2011 molti uliveti sono stati rasi al suolo per farne dei parchi fotovoltaici abusivi da parte di diverse società operanti nel campo delle energie “pulite”. E’ stato verificato che i pannelli fotovoltaici sarebbero stati installati con la sola dichiarazione di inizio attività, ma prima di procedere all’abbattimento di alberi di Olivo, è necessario ottenere apposite autorizzazioni. Senza autorizzazione ogni estirpazione viene sanzionata con una multa di 400 mila euro.
La protezione dell’ulivo è di fondamentale importanza, infatti la sua estirpazione comporta conseguenze piuttosto gravi sulla produzione di ossigeno, sul piano faunistico e paesaggistico ed anche su quello turistico.
Anche lo scorso dicembre si era verificato uno scempio a danno degli alberi da Olivo, che sono stati tagliati abusivamente, sempre secondo il parere del Corpo Forestale dello Stato, per ricavarne legna da ardere. Ben 41 alberi di Olivo con fusto del diametro tra i 20 ed i 120 centimetri e tanti di questi erano alberi secolari, ma soprattutto 3 di essi erano di dimensioni tali da essere stati classificati “Ulivi monumentali” ai sensi della Legge Regionale 4 giugno 2007 nr. 14 di “tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”.
Il carattere di monumentalità viene attribuito infatti alle piante di ulivo secolari, per le dimensioni ed anche per la forma scultorea del tronco, che fanno degli Olivi delle vere e proprie opere d’arte naturali.
Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato sono intervenuti nella “Masseria Liticuso”, di Mottola (TA), per effettuare un servizio rivolto alla repressione degli illeciti ambientali, soprattutto quelli che minacciano le Aree Protette.
E’ stato verificato che quest’area, oltre ad essere considerata Area Protetta inclusa totalmente nella Zona 1 del Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, è sottoposta a Vincolo Paesaggistico così come previsto dalla Legge 29 giugno 1939 nr. 1497 per la protezione delle bellezze naturali.
Gli uomini della Forestale hanno così commentato: ” se si considera che il taglio degli ulivi è stato eseguito con l’intenzione di ricavarne semplice legna da ardere, si comprende quanto vengano a volte ignorati i reali motivi ispiratori che hanno portato all’istituzione delle Aree Protette e, nello specifico, del Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine. Eppure su questi luoghi si cerca di coniugare l’impatto antropico con il rispetto del delicato equilibrio che fa del nostro caratteristico paesaggio qualcosa di unico ed irripetibile.”
La Puglia è ricca di zone in cui una grande ricchezza di biodiversità ben integrate con aree in cui si praticano l’ agricoltura tradizionale; aree capaci di narrare vecchie storie del lavoro dell’uomo e che oggi devono essere riorientate verso forme di sviluppo ecosostenibile per poter garantire qualità dell’esistenza per le future generazioni.
Il Corpo Forestale dello Stato da sempre si impegna a garantire queste attese, nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni della popolazione contadina.
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