E’ uno dei motivi per cui le varie piattaforme in streaming sono andate in sofferenza, alcune proprio in crisi con un crollo senza precedenti di abbonati. L’esempio di Netflix è sotto gli occhi di tutti. Ma la crisi di un colosso divenuto d’argilla è dovuta anche al proliferare di due tipologie di truffe.
La prima può essere racchiusa nei cosiddetti account low cost: portali apparentemente e-commerce che propinano abbonamenti più disparati (proprio Netflix, ma anche DAZN, Now tv, Prime Video e Disney Plus per fare qualche esempio) a un costo notevolmente più basso.
Il secondo è di più facile comprendonio, non ci si può sbagliare né essere ingannati. Tutti sanno che è illecito comprare il famigerato Pezzotto: un set box, un decoder (di solito android), più in generale un dispositivo che consente la visione a pochi euro dei servizi a pagamento come Sky, Dazn, Netflix e Disney+.
Homo faber ipsius fortunae: rischi e pericoli di un abbonamento streaming “low cost”
Nel primo caso si può essere quasi inconsapevoli di trovarsi davanti a una truffa, anche se è una trappola facilmente evitabile: il dubbio davanti a un portale non ufficiale che offre fantomatici sconti, dovrebbe essere preso col beneficio del dubbio, di default. Tant’è.
Si deve partire da un presupposto base: la condivisione di un abbonamento a un qualsiasi streamer, è una pratica non conforme all’accordo di licenza sottoscritto con il servizio. Tanto è una attività contraria al contratto sottoscritto nel momento in cui è stato attivato l’account che alcune piattaforme perseguono gli utenti che violano le regole e, nel migliore dei casi, ne bloccano l’account. Non si può. Punto. Quindi, chiunque, stia propinando un abbonamento a cifre irrisorie di questa o quella piattaforma streaming, sta gabbando tutti. O quantomeno sta provando a farlo.
D’estate, quando scadono gli abbonamenti o ci si avvicina a quelli nuovi, spesso con un sovrapprezzo, come nel caso di DAZN (non si vuole entrare nel merito della scelta dell’operatore) la decisione di aggirare l’ostacolo affidandosi allo streaming IPTV è una pratica che si eleva all’ennesima potenza.
Sempre più italiani attivano un piano con il cosiddetto pezzotto per accedere a contenuti di intrattenimento come film e serie tv dalle principali piattaforme streaming, Netflix, Amazon Prime Video e Disney+. Homo faber ipsius fortunae direbbero i sommi maestri latini.
Chi lo fa, è giusto che sappia i rischi di tale operazione: le sanzioni prevedono multe che arrivano fino a 30mila euro. Prevista anche la galera dai sei mesi a tre anni in caso di recidività. La domanda sorge spontanea: ne vale veramente la pena?