L’operazione “IPTV Special” ha smantellato una struttura che vendeva abbonamenti pirata a prezzo basso. Irrogate sanzioni amministrative per 49 reseller, mentre si valuta adesso la posizione dei 65 mila utenti finali
Un altro duro colpo al cosiddetto “pezzotto” è stato inflitto nelle scorse ore dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia. Che dopo aver concluso le indagini di rito volte ad accertare l’esistenza di un’organizzazione criminosa dedita alla trasmissione di contenuti pirata, con in testa lo streaming delle partite di calcio, ha sanzionato 49 rivenditori di abbonamenti illegali, contestando violazioni amministrative nel campo del diritto d’autore per un valore che complessivamente si aggira attorno ai cinquecento mila euro. Denunciate settanta persone e adesso si guarda alla posizione degli utenti finali, ossia i diretti fruitori dei servizi pirata.
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Abbonamenti pirata a prezzo basso: la struttura piramidale del network
L’indagine denominata “IPTV Special” è partita su impulso della Procura di Teramo e ha fatto luce su una complessa struttura piramidale organizzata secondo tre livelli capace di produrre un giro di 65 mila abbonamenti illegali alle principali piattaforme televisive a pagamento. A capo del sodalizio vi erano i “tecnici”, ossia coloro che si occupavano di decriptare il segnale delle pay-tv (SKY, DAZN, Netflix, Amazon Prime Video, Mediaset Premium, e via discorrendo) e di curare gli aspetti finanziari del network. Nell’intermezzo trovavano invece posizione i 49 rivenditori di cui s’è fatto cenno a inizio articolo: quest’ultimi, infatti, acquistavano i contenuti pirata per poi rivenderli come piccoli imprenditori, creando così una rete di clienti. E proprio questi rappresentavano il terzo livello dell’organizzazione, riuscendo a fruire di contenuti illegali acquistati dai secondi e veicolati attraverso le manovre tecniche dei primi. Il giro d’affari prodotto dall’intera struttura è stato quantificato approssimativamente attorno al milione di euro.
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Dalle indagini si evince che la rete di utilizzatori finali degli abbonamenti pirata si estende a macchia d’olio per tutta l’Italia e, come spesso accade in questi casi, i prezzo forfettariamente sostenuto per guardare i contenuti a pagamento era piuttosto basso. L’operazione della Guardia di Finanza di Venezia ha portato all’oscuramento del sito web utilizzato dagli account pirata e al sequestro del materiale connesso, hardware e software, oltre che carte di debito. In attesa di eventuali addebiti sfocianti nel campo penale, le indagini convoglieranno adesso verso i 65 mila utilizzatori degli abbonamenti pirata a prezzo basso, nel tentativo di accertare le singole responsabilità di ciascun fruitore.