Basta aprire internet. Ormai non passa giorno, al massimo un brevissimo lasso di tempo, che qualche più o meno Big Tech non conferma di essere stato vittima di un attacco hacker. L’ultimo in ordine cronologico, lo ha subito Acer.
L’azienda con sede a Taipei in Taiwan, che ha saputo nel corso degli anni crescere talmente in maniera esponenziale da diventare il secondo produttore di personal computer al mondo grazie ai prezzi estremamente competitivi dei suoi prodotti e all’acquisizione di quote di mercato significative soprattutto nell’area “EMEA”, ha confermato che i suoi server sono stati spiaggiati da un gruppo di hacker.
Gli hacker, un noto gruppo denominato Desorden, di estrazione probabilmente spagnola, sovente sotto le luci della ribalta nell’ultimo periodo, sono riusciti a trafugare oltre 60 gigabyte di dati, contenenti informazioni sensibili su milioni di clienti Acer.
Nomi, indirizzi e numeri di telefono di diversi milioni di clienti: alcuni pubblicati, altri saranno venduti
Le informazioni compromesse, per stessa ammissione di Acer, includono nomi, indirizzi e numeri di telefono di diversi milioni di clienti, ma anche dati finanziari aziendali limitati. Non c’è bisogno del terzo indizio facente una prova, prima ancora della nota ufficiale del colosso di Taiwan, lo stesso gruppo cyber criminale aveva rivendicato l’attacco.
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Desorden è riuscita a violare i server di Acer in India e ottenere enormi quantità di dati, account sia consumer che aziendali, come annunciato dagli stessi hacker, con tanto di avviso che incute timore: “dati dei clienti interessati sono milioni”. Come prova della violazione dei dati, Desorden ha pubblicato oltre 10.000 account di dati di clienti privati.
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Classico iter: i dati rimanenti saranno messi in vendita, come recita un post che ha già raccolto un certo interesse da parte dei potenziali acquirenti. Gli hacker non hanno chiarito se desiderano vendere i dati sul mercato clandestino o semplicemente vogliono che Acer paghi un riscatto per questo, nel più classico dei ramsonware.
Acer, dal canto suo, ha fatto sapere di aver immediatamente istituito misure di sicurezza ed eseguito una scansione completa dei suoi sistemi. L’attacco, infatti, ha colpito il sistema di assistenza post-vendita locale di Acer, in India. La società di Taiwan ha, quindi, iniziato a informare tutti i clienti potenzialmente interessati.
In una dichiarazione rilasciata a Privacy Affairs, Acer ha tranquillizza di nuovo tutti (o quantomeno ci ha provato) affermando che neanche questo incidente non avrà alcun impatto sulla sua continuità aziendale. Molto probabilmente è vero, ma è sicuramente un pessimo periodo per il marchio: non è la prima volta in questo 2021 che l’azienda di Taiwan subisce una grande violazione dei dati. Errare è umano, perseverare diabolico, soprattutto per i suoi milioni di clienti.