Il colosso dei pagamenti online è in crisi, come ha personalmente annunciato. Uno dei servizi più semplici e funzionali di tutti i tempi a cui dovremo rinunciare.
Il mondo della tecnologia è in crisi, ci sono tagli nel settore anche nelle aziende portanti come Google, Facebook, Twitter e tutto questo non si ripercuote solo a livello economico ma sta determinando anche la contrazione del mondo del lavoro.
Non tutte le società sono in grado di superare l’andamento e le perdite e non tutte vogliono, per questo alcune hanno scelto di cambiare i loro servizi per superare il contesto macroeconomico disastroso che si prospetta.
L’annuncio di Paypal
In questo quadro generale di tagli e chiusure, anche Paypal ha un ruolo determinante. Ha dovuto far seguito a un taglio di 2000 posti di lavoro, il 7% complessivo dei suoi dipendenti. La situazione non è solo rischiosa per il funzionamento dei servizi, che oggi sono praticamente integrati ovunque, ma anche per il futuro stesso dei pagamenti online.
“Dobbiamo continuare a cambiare mentre il nostro mondo, i nostri clienti e il nostro panorama competitivo si evolvono”, ha dichiarato l’amministratore delegato di PayPal Dan Schulman in una nota. Questo non lascia presagire il meglio, né per gli investitori né tanto meno per i consumatori. Se la crisi dovesse continuare infatti ci sarà una contrazione dei servizi e sicuramente molte di quelle operazioni semplificate che sono oggi possibili grazie all’efficienza di Paypal e dei suoi operatori, non potranno essere altrettanto valide.
Una situazione in bilico quindi, dopo i primi tagli continueranno, in caso di necessità e, laddove la strada non porti risultati, il risvolto chiaramente non sarà né facile, né tanto meno gradito.
Cosa sta accadendo veramente
La scorsa settimana Spotify ha dichiarato di dover licenziare 10 mila dipendenti per “migliorare l’efficienza”, poi c’è stato Amazon con un taglio di quasi ventimila persone, Alphabet ha dichiarato che avrebbe perso 12 mila posti di lavoro, Microsoft ha annunciato un taglio di 10 mila dipendenti, AMD ha parlato di un calo dell’utile del 98% negli ultimi tre mesi. Queste sono cifre impressionanti che mostrano solo la punta dell’iceberg.
Con tutti gli occhi rivolti verso ChatGPT e l’intelligenza artificiale non si sta ponendo attenzione su quello che sta realmente accadendo e soprattutto su quello che potrebbe successivamente accadere ai servizi, agli strumenti, alle app che utilizziamo abitualmente nelle nostre giornate. Un collasso pericoloso, per l’economia ma anche proprio per i prodotti in generale, che preoccupa profondamente tutti.