I nuovi Amazon Echo potrebbero rifarsi a un’idea di Google per rivoluzionare il settore della smart home e mostrare tutti i lati pratici e utili della tecnologia.
Non è un mistero che Amazon sia al lavoro per cambiar pelle ai propri dispositivi, attingendo per l’occasione a caratteristiche completamente inedite e al tempo stesso innovative. Una riprova è in tal senso offerta dal Kindle pieghevole sul quale il gigante dell’e-commerce ha iniziato a ragionare qualche settimana addietro, ma il discorso potrebbe pure essere generalizzato sino al punto da intrecciarsi con la gamma Echo (quella cioè pensata per la smart home).
Tra le funzionalità attualmente in serbo da Amazon ce n’è una a dir poco particolare: il tracciamento del sonno. Un’idea ripresa da Google, che nelle scorse settimane aveva illustrato l’intenzione di voler dotare il proprio Nest Hub di una simile caratteristica, ampliando così le potenzialità d’uso offerte dai dispositivi della smart home.
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I prossimi Amazon Echo monitoreranno il sonno?
Il progetto di Amazon richiama quello sviluppato da Big G e il gigante fondato da Jeff Bezos non fa mistero delle affinità: negli incartamenti presentati dalla società americana, appaiono infatti numerosi i rinvii al “Motion Sense” di Pixel 4 e a quel radar operante alla frequenza di 60GHz che Amazon sta pensando di installare anche sui prossimi dispositivi della gamma Echo.
I vantaggi sarebbero duplici e rivoluzionerebbero in effetti il settore della smart home. Mediante l’implementazione di un apposito radar, sarà possibile monitorare il sonno a “distanza” (ed evitando quindi di indossare un apposito dispositivo, un po’ come accade con i fitness tracking o la maggior parte degli smartwatch in commercio), ma anche migliorare l’accessibilità e l’interazione a beneficio di quegli utenti con disabilità motorie.
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Quello di Amazon è certamente l’esempio più virtuoso della tecnologia, i cui benefici e gli sviluppi non devono restare aleatori, ma semplificare la vita delle persone. E i prossimi dispositivi della gamma Echo (ma anche quelli di Google, come si è visto nel caso del Nest Hub) potrebbero effettivamente rivoluzionare il settore della smart home. Una rivoluzione positiva e meritevole.