L’app per filtrare le recensioni false su Amazon è stata rimossa nelle scorse ore su tutti i dispositivi Apple.
Fakespot e Amazon sono ai ferri corti. L’app utilizzata per filtrare e nascondere le recensioni di prodotti falsi venduti tramite il popolare e-commerce fondato da Jeff Bezos è stata infatti eliminata nelle scorse ore dall’Apple Store di iOS. Dietro a una tale inaspettata mossa ci sarebbe per l’appunto lo zampino di Amazon, come confermato anche da alcune ricostruzioni pubblicate dall’autorevole The Verge.
Quella palesata ieri è soltanto l’ennesimo capitolo di una battaglia tra le due aziende portata avanti senza colpo ferire. Amazon ha infatti più volte sottolineato la diffidenza verso Fakespot, arrivando addirittura a tacciarla come piattaforma insicura e potenzialmente nociva per i consumatori e i venditori. Il motivo? A giudizio del gigante degli acquisti online, l’app inietterebbe del codice avente lo scopo di compromettere non soltanto i dati dell’utente (ivi incluso indirizzi email, dettagli di pagamento, cronologia di navigazione), ma anche fornire ai consumatori delle informazioni fuorvianti sui venditori, danneggiandoli.
L’accusa è certamente pesante, ma le prove a sostegno sembrano comunque alquanto aleatorie. Amazon dice infatti di non esser sicura che Fakespot utilizzi davvero le informazioni carpite dagli utenti, mentre l’app ha perentoriamente respinto ogni insinuazione su presunte vulnerabilità: è vero che l’app inietta uno speciale codice per far visualizzare i risultati in un certo modo (lo scopo, appunto, sarebbe quello di eliminare le recensioni false su Amazon), ma non pregiudica i dati personali dei consumatori.
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La battaglia tra i due servizi è stata ulteriormente accentuata alla luce degli accadimenti della giornata di ieri. Amazon conferma di aver chiesto ad Apple di rimuovere l’app Fakespot nello store di iOS, giustificando una tale mossa in ragione della sussistenza del punto 5.2.2 relativo alla normativa dell’App Store, che vieta agli sviluppatori l’utilizzo di contenuti di terze parti senza una debita autorizzazione. Interpellato sull’argomento, il colosso di Cupertino ha dal suo canto rifiutato un commento sul tema.
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Dietro alla diatriba nasce una differente visione sulle recensioni false, questione peraltro piuttosto “calda” alla luce delle rigorose misure disposte da Amazon da ormai qualche settimana e che hanno coinvolto nomi di spicco e apparentemente insospettabili, tra cui Aukey. L’azienda fondata da Jeff Bezos dice di aver le armi necessarie per contrastare una pratica nociva per i consumatori, senza dover attender l’aiuto di servizi di terze parti (come per l’appunto Fakespot), ritenuti peraltro essi stessi falsi. Cosa accadrà adesso?
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