Amazon sanzionata per una cifra record: il prezzo salato della violazione dei dati

Guai in arrivo per Amazon, la violazione dei dati degli utenti avvenuta a scopi di marketing è stata pesantemente sanzionata dalle autorità con una salatissima multa record.

Amazon, la più grande Internet company al mondo (Adobe Stock)
Amazon, la più grande Internet company al mondo (Adobe Stock)

All’inizio di giugno, il Wall Street Journal ha rivelato un’indiscrezione su una presunta sanzione rimposta ad Amazon dalla Commission Nationale pour la Protection des Données (CNPD) in Lussemburgo, dove l’azienda ha sede legale: oggi, il gigante dell’e-commerce ha rilasciato un documento che svela esattamente l’entità del danno e, soprattutto, una cifra davvero da capogiro.

Nel Form 10-Q inviato alla SEC, ciò sarebbe avvenuto lo scorso 16 luglio, motivo per cui la somma non figura nel bilancio del secondo trimestre. L’accusa di violazione del GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati definito all’Unione Europea, costerà cara ad Amazon, superando anche la stima di 425 milioni di dollari prevista dal Wall Street Journal.

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Amazon tenta di nascondere la multa da record: la violazione dei dati gli utenti costa cara

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(Adobe Stock)

Se la cifra stimata da WSJ corrisponde all’incirca al 2% dei profitti netti di Amazon nel solo 2020, la sanzione andrà ad inficiare molto più significativamente sui guadagni della più grande Internet company del modo: con 886 milioni di dollari, supererà il doppio di questa percentuale. Questi dati erano “celati” nel documento Form 10-Q che ogni azienda quotata in borsa deve inviare alla Security and Exchange Commission, e le autorità del Lussemburgo non hanno comunicato pubblicamente la notizia né rilasciato alcuna dichiarazione in merito.

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Amazon ha però dichiarato in questo stesso documento che la decisione del CNPD verrà impugnata in appello, poiché “senza merito”: la sanzione, relativa alle modalità secondo cui la compagnia decide di mostrare annunci personalizzati agli utenti, è secondo Amazon “basata su interpretazioni soggettive” e, pertanto, non sarebbe comprovabile secondo il regolamento europeo sulla privacy. Amazon nega la violazione dei dati e ogni presunta esposizione dei dati degli utenti a parti terze.

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