Android, iOS e la frammentazione: qualche considerazione

Uno dei problemi maggiori di Android e un punto su cui i maggiori concorrenti lo attaccano è sicuramente la frammentazione, quindi la coesistenza di tante, troppe versioni contemporaneamente sul mercato.

La risposta, a mio avviso, è molto semplice: la casa di Cupertino opera solo ed esclusivamente in un’unica fascia di mercato, dove i terminali seguono dei must ben precisi. Ogni anno segue l’evoluzione tecnologica per tenere aggiornati i propri smartphone e tablet, ma stiamo parlando sempre di terminali di fascia alta. L’ottimizzazione del sistema sull’hardware, inoltre, fa il resto.

 

Diverso è il caso di Android, installabile su differenti sistemi hardware e presente in tutte le fasce di mercato. La piattaforma open source patrocinata da Google e dalla Open Handset Alliance, domina l’intero mercato degli smartphone ed è presente in quasi la totalità dei dispositivi avanzati di fascia economica. Non è cosi sorprendente, quindi, se Gingerbread e le versioni precedenti siano ancora cosi diffuse: Ice Cream Sandwich e Jelly Bean (anche se con quest’ultima release le cose sono leggermente cambiate) richiedono risorse decisamente maggiori rispetto all’hardware di telefonini più economici.

 

Se, come molti rumors insistono in questi mesi, Apple ha davvero intenzione di avventurarsi sul mercato degli smartphone low cost con uniPhone economico, sarei curioso di vedere se la quasi totale assenza di frammentazione verrà mantenuta a questi livelli o se, come è probabile, verranno rilasciate versioni ad hoc a seconda del modello (cosa che, in effetti, accade anche ora: infatti il 3G S ha aggiornamenti iOS differenti da un 5, stessa versione ma in versione “light” su alcune features). Solo il tempo, quindi, ci darà una risposta chiara in merito.  

Tutto è abbastanza chiaro: sul versante iOS è la versione 6, l’ultima disponibile, ad essere presente nella stragrande maggioranza degli iDevices, mentre iOS 5 è la seconda più diffusa, ma ben lontana dal 93% dell’ultima release. Solo l’1%, invece, prosegue ad utilizzare piattaforme più datate.

 

Per quanto riguarda Android, invece, la situazione è senza dubbio più complessa: abbiamo tre principali versioni che detengono la quasi totalità del mercato e sono Gingerbread, Ice Cream Sandwich e Jelly Bean. Secondo AppleInsider, però, è singolare che la più diffusa resti ancora la 2.3 (Gingerbread appunto), uscita ufficialmente nel 2010, e vi sia addirittura un quasi 5% di utenti che usano versioni ancora precedenti.

 

Tutto questo può apparire interessante e ha un forte impatto commerciale se visto ad un livello superficiale ma permettetemi un punto di vista differente, ovviamente mantenendo l’assoluta imparzialità sulla qualità delle due piattaforme: la frammentazione è un fenomeno praticamente assente su Apple, e questo è un dato di fatto, ma AppleInsider non si chiede il perchè.

 

Uno dei problemi maggiori di Android e un punto su cui i maggiori concorrenti lo attaccano è sicuramente la frammentazione, quindi la coesistenza di tante, troppe versioni contemporaneamente sul mercato e le relative conseguenze in termini di coesistenza, supporto e sviluppo apps. Proprio per questo la casa di Cupertino ha deciso di utilizzare un sistema grafico molto simile a quello che siamo abituati a vedere normalmente quando parliamo del robottino verde. Il sito Internet AppleInsider, inoltre, mette a confronto le due “torte” per avere un’idea circa la diffusione delle varie versioni di iOS e Android sul mercato e la portata della frammentazione tra le due piattaforme. Ecco l’immagine:

 

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