Sundar Pichai, responsabile Google per i prodotti Chrome OS e Android, ha concesso a Steven Levy di Wired un’intervista sulle future strategie del gruppo.
Sundar Pichai, responsabile Google per i prodotti Chrome OS e Android, ha concesso a Steven Levy di Wired un’intervista sulle future strategie del gruppo.
La prima indicazione riguardo la via che intende seguire il colosso dell’hi-tech non lascia spazio ad alcuna ipotesi di fusione tra i due software gestiti da Pichai: “Agli utenti interessano le applicazioni e i servizi, non i sistemi operativi – ha spiegato il manager –. Pochi chiederanno perché i MacBook hanno OSX mentre iPhone e iPad hanno iOS. Perché? Perché pensano ad Apple come iTunes, iCloud e iPhone”.
Non ci sarà nessuna sorpresa nemmeno alla prossima conferenza Google I/O: stando a quanto dichiarato da Pichai, si tratterà di una comune kermesse dedicata al mondo dell’informatica. A renderla interessante, ci penseranno gli sviluppatori. Un modo per sottolineare ancora una volta il ruolo fondamentale delle applicazioni nel sistema operativo mobile più diffuso al mondo. Ma come valutano gli utenti del robottino verde i continui “stravolgimenti” dettati da app come Facebook Home e Kindle Fire? Secondo Pichai, il giudizio è molto positivo: essi non sono altro che la prova della straordinaria duttilità di Android. “Senza cambiare la natura aperta di Android, come possiamo contribuire al miglioramento dell’esperienza utente?”, la domanda con un pizzico di retorica di Pichai. Che poi ha continuato, illustrando le ragioni per cui il sistema conserverà la sua natura open: “Gli utenti decidono, […] ma alla fine dobbiamo offrire un’esperienza coerente. Per farlo ad ogni aggiornamento di Android faremo dei cambiamenti, potremmo farne nel tempo. Ma se questo è ciò che gli utenti vogliono, credono che Facebook potrà farlo. Vogliamo che gli utenti possano ottenere ciò che vogliono”.
Insomma, Google non ha intenzione di privare una delle sue creazioni più preziose della caratteristica che gli ha permesso di conquistare milioni di utenti in ogni continente. La vera rivoluzione sembra partirà dagli aggiornamenti, che dovranno migliorare soprattutto nella velocità con la quale vengono rilasciati. E la palla passa di nuovo ai produttori…