Un j’accuse bello e buono, con tanto di analisi, studio e prove, rivolti verso quei dispositivi che subiscono pochi aggiornamenti, causa frazionamento del sistema operazione di Android, al centro di numerose critiche.
In primis quella di Bitfender, società leader nella sicurezza informatica che offre ad aziende di fascia medie e consumatori, le migliori soluzioni di prevenzione, rilevamento e risposta alle minacce in tutto il mondo per difendere le organizzazioni e gli individui dai sempre più numerosi attacchi informatici.
Il problema grave è che senza patch, o limitate, un cellulare ha molte possibilità di essere hackerato. Sono molti gli smartphone che non sono stati in grado di installare la nuova versione del sistema operativo di Google.
Senza patch, le versioni precedenti di Android sono i gateway preferiti dagli hacker
Bitdefender in tal senso ha introdotto un nuovo approccio alla sicurezza degli smartphone Android. Gli esperti di sicurezza informatica dell’azienda indicano un problema di distribuzione di Android. Porte aperte agli hacker per l’hacking: secondo le notizie, molti smartphone funzionano ancora con la versione di Android vecchia di anni. Perdendo le patch di sicurezza, queste versioni precedenti sono i gateway preferiti dagli hacker.
Molti utenti danno poco conto agli aggiornamenti, sono in troppi a dire: “tanto c’è l’aggiornamento automatico” senza verificare né l’effettivo update né se il download è effettivo: sbagliato. Sbagliatissimo. Si sta ignorando completamente la grande importanze delle patch di sicurezza.
Continua a utilizzare dispositivi senza patch, o non verificare gli aggiornamenti degli smartphone, soprattutto quelli obsoleti, dichiarati tale da una azienda, rende uno smartphone fin troppo vulnerabile.
In questo Samsung fa eccezione: il colosso sudcoreano è fra i più attivi nel campo del rilascio delle patch. Ma per il resto fin troppo spesso i dispositivi Android non vengano più supportati dopo circa tre anni. Per questo motivo sono in molti ad aderire alle offerte degli operatori telefonici e cambiano smartphone dopo i classici trenta mesi della validità dell’abbonamento, proprio per non restare con un cellulare che riceve pochissime, se non nessuna, patch.
Bitdefender, dunque, non fa altro che rimarcare un aspetto troppo sottovalutato, basti pensare che esistono ancora dispositivi con versioni di Android rilasciate dieci anni fa. Lo studio della nota azienda ha portato dei numeri preoccupanti.
Il 36,47% degli smartphone è stato aggiornato ad Android 12. E il 29,15% dei dispositivi esegue Android 11. Android 10 è ancora dotato con il 15,03% dei dispositivi. Ciò significa che il 35% degli smartphone Android in arrivo nel mondo non riceverà più patch di sicurezza, lasciando la porta aperta agli hacker. Consigli? In primis tenere ben in mente questo fatto quando di compra un cellulare, in nome del risparmiare. Il secondo, purtroppo, è cambiare spesso smartphone. Ogni tre anni, circa.