L’Open App Markets Act potrebbe mettere fine all’esclusività degli store di Apple e Google, con la prima costretta a subire l’onta del sidealoading
Un disegno di legge al vaglio negli Stati Uniti potrebbe mutare drasticamente le regole portanti degli store ufficiali dove scaricare app per i dispositivi mobili, con conseguenze tutt’altro che da sottovalutare per l’egemonia di Apple e Google. In particolare, sarebbero tre le direttrici su cui poggerebbe la novella normativa, ancora in discussione al Senato. La più importante e incisiva tocca un tema già oggetto di discussione e più volte respinto al mittente da parte dell’amministratore delegato di Apple, Tim Cook: il sideloading.
Se il cosiddetto Open App Markets Act (questo il nome del disegno di legge che si sta pensando di adottare negli Stati Uniti) trovasse conferma così com’è attualmente, Apple e Google non potrebbero più impedire l’uso di strumenti di pagamento di terze parti provenienti dagli stessi sviluppatori delle applicazioni, con il conseguente venir meno della trattenuta della percentuale sugli acquisti medesimi che, allo stato attuale, viene intascata da Apple e Google in ragione dell’esclusività dei rispettivi store ufficiali.
Ma non solo, perché il colosso di Cupertino potrebbe subire il cosiddetto sideloading, essendo cioè costretta ad aprire i due sistemi operativi mobili (iOS e iPadOS) a store di terze parti: l’utente, in buona sostanza, avrebbe la possibilità di scaricare liberamente applicazioni da store di terze parti, un po’ come accade oggi con Android. Verrebbe di riflesso meno la possibilità per le aziende (Google e Apple, per l’appunto) di sanzionare gli sviluppatori in presenza di una distribuzione delle app anche tramite altre piattaforme.
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Apple ha finora preso le distanze dal sideloading ritenendolo poco sicuro per la privacy personale. Ma ora che l’Open App Markets Act è stato approvato dalla commissione giudiziaria del Senato (20 voti a favore e solo uno contro, proveniente più precisamente da John Cornyn, un repubblicano del Texas), i timori di Cupertino potrebbero scontrarsi con una imposizione forzata. Allo stato attuale, il disegno di legge sarà inserito nel calendario per essere votato, discusso o modificato al Senato, anche se passerà ancora del tempo prima di una approvazione finale.
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In ogni caso, si tratta di un passo in avanti piuttosto decisivo per la Coalition for App Fariness, l’organismo che vede alcuni nomi di spicco (tra cui Spotify e Epic Games, con quest’ultima che ha già sfidato Apple in una battaglia legale senza colpo ferire) e impegnato da anni nella realizzazione di un ambiente equo (quello degli store ufficiali di app) e meno monopolizzante.
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