Non tutti i dispositivi elettronici della Mela vengono usati a fin di bene, e le recenti analisi portate a termine lo dimostrano a pieno. Quale prodotto viene sfruttato per scopi del tutto differenti?
Bisogna avere molta cura dei device prima di procedere con un eventuale rilascio, perché nel momento in cui si decide di lanciare uno specifico prodotto sul mercato, è chiaro che sia necessario calcolare in anticipo ogni possibile rischio a cui si andrebbe incontro acquistandolo. Che sia uno smartphone, un computer o un tablet non importa: ogni articolo tech deve essere analizzato da cima a fondo e con grande accuratezza.
Tutte le più grandi istituzioni tech lo sanno molto bene, ed è per questo che tendono a sottoporre a numerosi test i propri prodotti prima di procedere all’esportazione ufficiale di essi. Molti di questi non passano nemmeno le sperimentazioni in laboratorio, proprio come accadde ad un MagSafe di Apple che, essendo difettoso verso alcuni dispositivi, non avrebbe mai potuto vedere la luce in nessuna circostanza.
Persone monitorate dai prodotti della Mela: è un incubo
Ma questo non significa che i device già lanciati non possano diventare pericolosi in futuro, e lo stiamo vedendo recentemente con uno strumento della Mela nato con uno scopo preciso, e reso un device in grado di far preoccupare praticamente chiunque. Se siete degli amanti dei suoi prodotti sicuramente lo conoscerete, specie se avete comprato – da sempre – i cellulari della casa di Cupertino. Sì, esatto, parliamo esattamente degli AirTag.
Dovrebbero essere usati per gestire la posizione del proprio cellulare, ma i numerosi casi di denuncia per stalking suggeriscono che il loro utilizzo sia più che altro concentrato per monitorare i movimenti di persone a loro insaputa. I dati raccolti dalla Polizia negli USA lo confermano in piena regola, e pare che i casi che coinvolgano questo strumento aumentino giorno dopo giorno.
Attualmente sono oltre 150 le denunce, tra cui cinquanta donne differenti che hanno confermato di aver ricevuto notifiche sui loro iDevice, gli stessi che segnalavano la presenza di un AirTag sconosciuto che le stava seguendo. Tra l’altro situazioni del genere si verificano con una frequenza tale che aver reso queste vicende più che “normali” negli Stati Uniti.
Allo stato attuale Apple sta cercando di correggere il problema con una sorta di disclaimer presente in iOS 15.4, il quale verrà mostrato in fase di configurazione di un AirTag e in cui viene sottolineato proprio il fatto che il tracker è pensato solo per tenere traccia della posizione di oggetti di proprietà dell’utente, e non per scopi non pensati per il suo utilizzo.