Un processo devastante. Apple e Koss, quest’ultima una azienda statunitense di elettroacustica che disegna e produce cuffie auricolari, ecco come si è stranamente conclusa la vicenda
E’ stato proprio il colosso di Cupertino ad accettare di risolvere una causa intentata dal produttore di cuffie di Milwaukee per gli AirPod di Apple e le cuffie Beats, come si evince da un deposito giudiziario rivelato da Reuters. Il tutto a pochi giorni dal processo, che si sarebbe dovuto tenere al tribunale federale di Waco, in Texas.
L’accusa di Koss nei confronti di Apple è che la società di Tim Cook avrebbe violato i brevetti delle cuffie wireless dell’azienda statunitense. Ma attenzione, il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Alan Albright, ha archiviato il caso con pregiudizio, il che significa che non può essere nuovamente archiviato.
Koss, di citazione in giudizio in citazione in giudizio: nel mirino anche Bose e Skullcandy
Koss ha citato in giudizio Apple nell’anno della pandemia da Coronavirus, per presunta violazione di diversi brevetti che coprono aspetti di un sistema di cuffie wireless che Koss ha affermato di aver sviluppato all’inizio degli anni 2000. Non solo. La società ritenuta la inventrice della prima cuffia stereofonica high fidelity non deciso di adire per le vie legali solo con il colosso di Cupertino, ma anche con Bose e Skullcandy: se la situazione con Apple può ritenersi chiusa, non si può dire lo stesso né con l’azienda di produzione statunitense che si occupa prevalentemente della vendita di apparecchiature audio, né con la società di Park City, che commercializza cuffie, auricolari, dispositivi vivavoce, zaini audio, lettori MP3 e altri prodotti simili.
Sempre secondo la Reuters, Koss avrebbe detto alla corte del Texas che ha deciso per il contenzioso perché l’industria delle cuffie aveva “recuperato la visione di Koss dei primi anni 2000” e la sua tecnologia era “divenuta standardizzata, con interi ecosistemi di ascolto costruiti attorno alle tecniche concepite da Koss oltre un decennio fa”. Oltre le parole, una richiesta di royalties dalle vendite di AirPods e cuffie Beats wireless nella custodia Apple.
Il colosso di Cupertino, da parte sua, si era difeso asserendo che i suoi dispositivi non violavano nessuna norma e che i brevetti non erano validi. Ha perfino rilanciato, citando in giudizio proprio Koss a San Francisco, poco dopo che la stessa Koss ha intentato la sua causa, sostenendo che la denuncia includeva informazioni riservate dalle loro discussioni sulla licenza. Alla fine, onde evitare noie, meglio patteggiare.