Apple rafforza la privacy contro il tracciamento delle app: come hanno reagito gli utenti dopo la svolta nella politica sulla riservatezza.
Se di una cosa potevamo essere sicuri parlando di Apple, è la pressoché totale identificazione degli utenti con il brand della Mela Morsicata. A darne l’ennesima riprova sono le statistiche relative all’adesione alla nuova politica sulla riservatezza (ATT), introdotta dall’aggiornamento alla versione 14.5 di iOS, rilasciato a fine marzo 2021.
Il sistema operativo adesso impone agli sviluppatori delle app di chiedere il permesso per tracciare i dati di navigazione degli utenti. Si tratta di statistiche che permettono la creazione di profili consumatore chiamati IDFA (IDentity For Advertisers) e di conseguenza di campagne di marketing “one-to-one”, ben più efficaci di quelle generaliste. Un fattore chiave già per le grandi aziende, figuratevi per un piccolo sviluppatore che deve ovviamente stare attentissimo a come investe le sue limitate risorse. Facebook (ma non solo) si è aspramente opposto alla svolta di Tim Cook e soci, perché a quei piccoli sviluppatori vende spazi pubblicitari che senza dati sul comportamento dei consumatori perdono parecchio valore.
Apple, la privacy divide utenti e produttori
Ebbene, a una decina di giorni dal rilascio di iOS 14.5, i possessori di iPhone e altri device griffati Apple, hanno deciso di negare in blocco il consenso al tracciamento dei dati. Lo rivelano gli analisti di Flurry, società della galassia Verizon che scandaglia il mondo del big data e degli web analytics. Il report sulla App Tracking Transparency (ATT) di Apple evidenzia che solo il 4% dei consumatori equipaggiati con iOS 14.5 ha autorizzato il tracciamento dei propri click.
I dati riguardano solo i primi 10 giorni del nuovo status quo e sono suscettibili di cambiamenti. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, la scelta dei fedelissimi Apple appare chiara. La ricerca prende in esame 2,5 milioni di utenti giornalieri attivi basati negli Stati Uniti. I numeri sono solo un po’ meno inclementi fuori dagli States: a livello globale, il permesso al tracciamento dei dati sale all’11% (su un campione di 5,3 milioni di daily active users).
Tendenza inequivocabile
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Inoltre, sottolineano ancora quelli di Furry, una contenuta percentuale di utenti ha disabilitato l’opzione a priori. In altre parole, la funzionalità “Consenti alle App di chiedere il permesso al tracciamento” è disattivata sul 4% degli melafonini, la metà solo negli USA. In questo caso, lo sviluppatore di turno non ha nemmeno la chance di chiedere il consenso all’utente.
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Insomma, il dado sembra tratto e i fedelissimi di iPhone hanno scelto di privilegiare la Privacy. Ma solo con il passare del tempo e una più estesa diffusione di iOS 14.5 potremo valutare meglio quali saranno gli effetti della ATT fortemente voluta dai piani alti di Cupertino.