Apple chiama in causa Simon Lancaster, ex-dipendente che avrebbe violato l’obbligo del segreto commerciale diffondendo alla stampa documenti e informazioni sensibili in ordine a futuri prodotti dell’azienda.
Apple porta in tribunale un suo ex-dipendente e l’accusa è di una certa gravità: violazione dell’obbligo del segreto commerciale. Secondo le ricostruzioni di AppleInsider, il gigante di Cupertino chiede il ristoro dei danni subìti a seguito del comportamento pregiudizievole del lavoratore – Simon Lancaster – il quale avrebbe sfruttato la propria posizione in azienda per accaparrarsi e divulgare alla stampa informazioni ritenute “particolarmente sensibili e riservate”.
Apple sostiene che l’ex-dipendente era obbligato al segreto commerciale. All’atto dell’assunzione, Lancaster aveva firmato infatti un “accordo sulla riservatezza e la proprietà intellettuale” ed era stato finanche formato in materia, con l’obiettivo di contrastare condotte che mirino al furto dei dati segreti. A detta del sodalizio americano, il lavoratore avrebbe anche partecipato a riunioni interne che fuoriuscivano dalle sue competenze, acquisendo così informazioni in ordine alle strategie commerciali di Apple. Il tutto secondo un obiettivo ben preciso: vendere (tramite email, SMS e telefonate) i dati raccolti ai media con cui era in contatto, ricevendo in contraccambio favori personali, come ad esempio sponsorizzare startup da lui stesso controllate.
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In base alle ricostruzioni della società controllata dall’addì Tim Cook, la maggior parte delle informazioni riservate sarebbero state vendute nella forbice temporale tra ottobre e novembre del 2019: in esse si condensano strategie sui futuri prodotti al vaglio dell’azienda (caratteristiche peculiari e cambiamenti distintivi), ma anche mosse commerciali afferenti a dispositivi già esistenti; nel novero dei documenti trafugati figurerebbe anche il cosiddetto “Project X“, del quale però Apple non specifica ulteriori dettagli.
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Il rapporto di lavoro tra Apple e Lancaster è durato circa un decennio. Il dipendente era stato assunto come “Advanced Materials Lead and Product Design Architect” e coerentemente con la propria mansione, avrebbe dovuto occuparsi di valutare materiali e occuparsi della prototipazione di innovazioni aventi ad oggetto futuri prodotti. La condotta incriminatrice si sarebbe inverata nel novembre del 2018 e avrebbe toccato il suo punto massimo in data 1° novembre 2019, ossia il giorno delle dimissioni di Lancaster. A detta di Apple, quest’ultimo avrebbe addirittura impiegato il suo ultimo giorno di lavoro con l’obiettivo di scaricare un cospicuo numero di documenti riservati.
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