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Apple, una grana all’orizzonte. Arriva la denuncia di una ex dipendente

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Antonino Gallo

La battaglia con Epic Games non è ancora terminata, anche se nell’ultima sentenza, Apple ha ottenuto quelle garanzie che, parte del suo modus operandi, rispetta le norme vigenti. All’orizzonte, però arriva un’altra grana per il colosso di Cupertino.

Apple – Adobe Stock

Gli organismi di vigilanza sulla privacy in Europa stanno prendendo in considerazione una denuncia contro Apple presentata da un ex dipendente, Ashley Gjøvik. La donna sostiene che la società l’abbia licenziata dopo aver sollevato una serie di preoccupazioni, internamente e pubblicamente, anche sulla sicurezza sul posto di lavoro.

L’ex senior manager del programma di ingegneria presso Apple è stata licenziata dall’azienda californiana lo scorso settembre dopo aver sollevato preoccupazioni sull’approccio del suo datore di lavoro alla privacy del personale, alcune delle quali sono state trattate da The Verge in un rapporto nell’agosto 2021.

Apple, le accuse di Ashley Gjøvik e la presa di posizione degli organi internazionali competenti

Apple – Adobe Stock

A quel tempo, Ashley Gjøvik era stata messo in congedo amministrativo da Apple, anche causa delle forti rimostranze in materia di sessismo sul posto di lavoro e un ambiente di lavoro ostile, non più sicuro. Dalle parole, però, l’ex senior manager del programma di ingegneria è passata ai fatti, presentando svariate denunce contro Apple, direttamente al National Labor Relations Board degli Stati Uniti.

Tutte le presunte accuse nel confronto del gigante di Cupertino sono collegate alla privacy. A quanto pare credibili, visto che gli organi di controllo internazionali hanno deciso di volerci vedere chiaro nella faccenda, accettando la richiesta della Gjøvik, riguardo un esame approfondito delle pratiche sulla privacy di Apple dopo che la stessa ha detto formalmente al governo degli Stati Uniti le ragioni del suo licenziamento e “si è sentita a suo agio nell’ammettere che avrebbero licenziato i dipendenti per protestando contro le invasioni della privacy“.

Le accuse mosse ad Apple sarebbero anche quelle di aver usato le sue preoccupazioni per il suo approccio alla privacy del personale, come pretesto per licenziarla, per aver segnalato problemi di sicurezza più ampi e organizzare con altri dipendenti problemi di lavoro.

L’Ufficio del Commissario per le informazioni del Regno Unito (ICO) e la CNIL francese hanno entrambi confermato la ricezione della denuncia per la privacy di Gjøvik contro Apple. Un portavoce dell’ICO ha dichiarato a TechCrunch:Siamo a conoscenza di questa questione e valuteremo le informazioni fornite“.

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), ossia il principale regolatore della protezione dei dati di Apple nell’Unione europea per il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) pan-UE e che, in base al meccanismo dello sportello unico del regolamento, probabilmente prenderebbe un ruolo principale in qualsiasi indagine relativa a un reclamo GDPR che è stato presentato anche ad altri regolatori della privacy dell’UE (come la CNIL francese), per il momento non si è espressa.

Il DPC non può commentare i singoli casi – si legge in una nota – tutte le domande che vengono prima del DPC, sono valutate e portate avanti in linea con le funzioni di gestione dei reclami del DPC, ove opportuno“.

Anche la CNIL francese ha anche inviato la conferma che sta esaminando la denuncia di Gjøvik. “Abbiamo ricevuto questa denuncia su cui è attualmente oggetto di indagine – dice un portavoce a TechCrunch – non possiamo dire altro in questo momento“.

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Antonino Gallo

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