La nuova policy di WhatsApp pare confliggere con le politiche dell’App Store di Apple. La piattaforma di messaggistica istantanea potrebbe pertanto teoricamente rischiare l’eliminazione dal negozio di applicazioni presente su iOS.
Apple ha tra le mani un appiglio legale che potrebbe teoricamente infliggere un duro colpo all’entrata in vigore delle nuove controverse regole per la privacy disposte da WhatsApp. Come suggerito da AppleScoop, l’arma “segreta” del quartier generale di Cupertino è condensata dentro all’articolo 3.2.2 delle guideline relative alla pubblicazione delle app sull’App Store, che vieta per l’appunto la presenza di programmi per così dire “complicati” sotto il fronte del loro normale funzionamento. Per dirla con parole più semplici, ogni app sviluppata per iOS dev’essere utilizzata per come si presenta, evitando strani “magheggi” da parte del consumatore per poter avere accesso alle sue principali funzioni.
Benché la norma si riferisca esplicitamente ad azioni come il recensire l’app o guardare un video, esistono tuttavia dei margini per forzare il dato letterale dell’articolo, abbracciando anche l’ipotesi di un radicale cambio di policy. Il caso di WhatsApp è in qualche modo paradigmatico: la mancata accettazione delle nuove regole per la privacy porterà ad un graduale – ma comunque importante – drastico mutamento nell’esperienza d’uso dell’app di proprietà di Facebook, tra cui dapprima l’impossibilità di accedere all’elenco delle chat e, in via successiva, l’inabilità a ricevere chiamate e messaggi.
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L’ipotesi è più teorica che pratica
Apple potrebbe dunque sfruttare tale tecnicismo per costringere WhatsApp a ritornare sui propri passi. Ma lo farà davvero? L’ipotesi è ovviamente alquanto remota, e ciò per svariate ragioni. La più importante tocca trasversalmente le possibili conseguenze provocate dal gigante americano dinanzi all’utilizzo dell’articolo 3.2.2, ossia l’eliminazione dell’app di messaggistica nell’App Store.
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Difficile, se non addirittura impossibile, che Apple possa dunque sfoderare un siffatto colpo, anche perché il cambiamento ufficializzato da WhatsApp – ispirato dalla necessità di garantire l’interscambio di dati con un’altra app che gravita attorno agli affari di Mark Zuckerberg, ossia Facebook – toccherà nell’immediato soltanto il territorio degli Stati Uniti.
In ogni caso, appare senza dubbio interessante sapere dell’esistenza di un’arma segreta in possesso di Apple, in quest’ultimo periodo bersagliata dallo stesso Mark Zuckerberg dopo l’importante cambio di rotta in materia di tracciamento delle attività dell’utente.