Quando sentiamo parlare di attacco hacker subito giustamente ci preoccupiamo, perché da quando siamo entrati nell’era del digitale la questione della privacy è un tema molto sensibile. Da quando è iniziata l’era di internet, sono molte le cose che sono cambiate ed alle quali fare attenzione. Certamente il problema della sicurezza è primario, e non è ancora stato risolto definitivamente.
Quando navighiamo in internet, i nostri dati entrano in un cosmo dove girano spesso liberamente, e questo lo sappiamo bene. Sono anni che si parla di come gestire e controllare la propria privacy sul web, ma non esiste ancora una risposta potente e definitiva alla questione. Quel che sappiamo è che, senza nemmeno accorgercene, ogni azione anche piccola può ripercuotersi nell’ambito della privacy. Ciò che soprattutto preoccupa gli utenti, è la possibilità di rendere pubblici i nostri documenti, foto e video, e su questo la questione social è ancora molto calda.
Gli attacchi informatici sono ancora più preoccupanti quando vanno a colpire delle realtà grandi e aziende importanti, dove la questione della privacy è particolarmente importante. Si tratta di azioni e manovre messe in atto da singoli o organizzazioni che hanno l’obiettivo di danneggiare delle realtà che si trovano sul web.
Topolino hacker, c’è un italiano dietro?
Dobbiamo dire che in ambito di attacchi hacker, probabilmente la sensazione generale è che nessuno sia completamente protetto, basti pensare che c’è chi è riuscito ad entrare in luoghi considerati incorruttibili come la Casa Bianca.
Tra le organizzazioni più famose al mondo, molto attive sul web, c’è Anonymous, il movimento nato nel 200 che si ispira alla pratica della pubblicazione anonima di immagini e commenti su internet e più in generale su web, che ha scelto come logo la maschera di Guy Fawkes di V di Vendetta.
Ovviamente anche il movimento hacker con gli anni si è evoluto, ma alcuni ricorderanno uno storico attacco accaduto circa 15 anni fa, quando chiaramente non esistevano moltissime applicazioni e i cellulari ed internet erano ancora ben lontani dai livelli a cui siamo arrivati oggi. Fu creato e diffuso un video che ritraeva il personaggio dei cartoni Topolino in compagnia di un certo Uomo d’acciaio, entrambi intenti ad hackerare nientemeno che i sistemi militari degli Stati Uniti d’America “al fine di ottenere informazioni da distribuire sui canali di controinformazione”.
A restare impressa è la frase “Ci stanno tracciando…stacca, stacca!” riferita alla corrente, quando l’hacker si accorge che la rete BIX (Byte Information Exchange), nel cui database erano riusciti ad entrare, aveva tracciato la loro posizione. La notizia, che ancora non ha trovato smentita, è che dietro questa azione di hackeraggio, ci sia un informatico italiano.