I giovani con uno smartphone in mano sono sempre uno spunto di riflessione: il cellulare è lo strumento più utilizzato in questo mondo tech ed è normale avercelo, usarlo senza abusarne. A volte, però, i pericoli maggiori arrivano non dai figli, ma dai genitori.
Una moda sempre più dilagante in Italia è il cosiddetto sharenting, uno dei tanti vocaboli made in USA che stanno contaminando la lingua italiana: anche in questo caso l’uso di parole straniere è indice di progresso, l’abuso no. Chiusa parentesi.
Lo sharenting è l’unione di due parole, “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità). Chiamatelo un po’ come volete, trovate un sinonimi italiano, non c’è problema, basta che evitiamo l’eccessiva e costante sovraesposizione online di bambini e bambine, sui social.
Nella maggior parte dei casi, infatti, questa esposizione avviene senza il loro consenso, perché troppo piccoli o non ancora così grandi da comprenderne le implicazioni, oppure perché il consenso non viene loro richiesto. Sono i genitori stessi che pensano di non fare nulla di male. Ma non è così.
“Da qualche anno vado in giro per la scuole, per le aziende, per gli enti e le associazioni a raccontare l’suo consapevole della tecnologia, mia grande passione rispetto alla professione principale, che è quella di comunicatore digitale. Otto anni fa sono diventato genitore e ho pensato di voler dare un contributo sull’uso consapevole della tecnologia alle famiglie”.
Così parlò Gianluigi Bonanomi, giornalista informatico e formatore sui temi della comunicazione digitale, nonché autore del libro Sharenting. Genitori e rischi della sovraesposizione on line.
“Lo sharenting non avviene perché i figli si mettono on line – sottolinea – ma perché i genitori mettono on line i propri figli per diversi motivi”. L’abitudine di “sharentizzare” i propri figli può causare signori danni.
Il primo è di privacy, visto che oggi giorno basta una foto per risalire al nome. E se quel nome fa parte di account, ci vuole un attimo a trovarlo. Con tutto ciò che ne consegue.
Un altro rischio a cui va incontro chi fa abuso di sharenting sono le conseguenze di chi va incontro a quei problemi di sicurezza, di cui siamo pieni online: le trappole malware, phishing e simili, sono dietro l’angolo.
Dietro l’angolo c’è soprattutto lo spettro pedopornografia, che chiaramente fa più paura di tutti. E dovrebbe far riflettere, non poco, i genitori abituati a pubblicare foto, o video, dei propri piccoli. Non di poco conto il problema del Cyberbullismo, last but not least. E se i vostri figli provassero imbarazzo, ve lo siete e soprattutto glielo domandate prima? Sarebbe cosa buona e giusta.
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