Il ban di Trump dai social network più utilizzati nel mondo ha ingenerato un clamoroso effetto domino: i supporter dell’ex presidente USA starebbero infatti boicottando Facebook e WhatsApp. Intanto Signal fa registrare numeri record.
Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni degli utenti dinanzi all’eliminazione dei principali profili social di Donald Trump. I supporter dell’ex presidente americano, bloccato definitivamente da Facebook e Twitter per aver pubblicato contenuti in sospetto di liceità, starebbero infatti dirigendosi verso piattaforme digitali poco conosciute, replicando, a conti fatti, l’analoga mossa abbozzata in queste ore dallo stesso imprenditore nativo di New York.
Eloquente è, in tal senso, un post pubblicato su Parler (nello specifico, una sorta di Twitter utilizzato dagli estremisti USA) da un profilo che si professa vicino al programma politico di Donald Trump: una breve immagine con cui si invitano gli utenti ad abbandonare i principali social network (Facebook, Twitter e finanche WhatsApp, stante l’appartenenza dell’app di messaggistica istantanea nell’orbita dei servizi digitali di proprietà di Mark Zuckerberg) in favore di soluzioni di terze parti (Parler, per l’appunto, ma anche Telegram e, soprattutto, Signal), evidentemente meno note e perciò immuni dall’efficacia dirompente del ban. Centinaia le reazioni dei sostenitori dell’ex presidente americano, nel frattempo spostatosi su Parler, che però potrebbe essere presto eliminato dall’Apple Store dopo aver subìto un’analoga sorte tra gli smartphone Android e sui dispositivi di Amazon: il social network a tinte rosse è infatti accusato di aver fatto da cassa di amplificazione per l’assalto al Campidoglio di mercoledì scorso.
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Il tracollo di WhatsApp e l’esplosione di Signal
Tra le soluzioni proposte dai sostenitori di Trump vi è dunque anche l’eliminazione di WhatsApp, giacché appartenente a Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook. Gli americani vicini al pensiero politico dell’ex presidente USA starebbero perciò dirottandosi su Signal, per inciso app di messaggistica che proprio in queste ore è al centro dell’attenzione dopo la modifica della policy apportata da WhatsApp (ma non ancora efficace, si badi, in Europa).
Some new users are reporting that Signal is slow to display their Signal contacts. We’re adding more capacity to keep up with all the new people searching for their friends on Signal. Hang tight!
— Signal (@signalapp) January 8, 2021
Signal ha infatti conquistato un clamoroso successo, a tal punto da far registrare sgraditi ritardi nella procedura di iscrizione all’app. Una conseguenza diretta della recente condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook, che ha fatto infuriare gli utenti di tutto il mondo e posto sotto l’angolo di visione la ricerca di soluzioni simili a quella dell’app dall’icona verde. Peraltro, l’operazione di boicottaggio della popolare applicazione di messaggistica è stato ulteriormente avallato da Elon Musk, che in un recente post su Twitter ha invitato – invero non troppo velatamente – gli utenti ad abbandonare WhatsApp dopo le modifiche alle condizioni d’uso e ad utilizzare Signal. E così, tra le proteste degli utenti e le decisioni dei supporter di Trump, la lotta contro WhatsApp è già iniziata.
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