Batterie del futuro: Alluminio e Grafite per una Ricarica completa in 1 minuto

Mentre aspettiamo, con una certa impazienza, batterie decisamente più capienti, in grado di rivoluzionare finalmente il mondo dei trasporti grazie alla trazione elettrica, per ora dobbiamo accontentarci della possibilità di ricaricare l

Mentre aspettiamo con una certa impazienza batterie decisamente più capienti, in grado di rivoluzionare finalmente il mondo dei trasporti grazie alla trazione elettrica, per ora dobbiamo accontentarci della possibilità di ricaricare le nostre batterie in un minuto o poco più.

Non è la prima volta che arrivano informazioni di questo tipo.
Questa volta, l’ennesima speranza del futuro arriva dall’Università di Stanford che ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature il principio alla base dei nuovi accumulatori, in grado di cambiare radicalmente l’attuale approccio alla ricarica.

Basati su materiali come alluminio e grafite, i nuovi accumulatori saranno più ecologici, verdi e sicuri. Ed economici.

Cosi ha dichiarato Hongjie Dai, coordinatore del progetto, che in passato aveva pubblicato (fine anno 2010), una interessante pubblicazione, sempre su Nature, relativa ad uno studio su nanocristalli in grafene da utilizzare come catalizzatori nelle batterie elettriche basate su ossigeno.

Il prototipo ha resistito ottimamente al test completo delle 7500 cariche e scariche, senza perdere performance come invece si registrava sulle classiche batterie al litio.

Considerate che una batteria Li-Ion o Li-Po  inizia sensibilmente a ridurre la propria capacità di accumulo già dopo circa 1000 cicli (che corrispondono ad un utilizzo di circa 3,5 anni effettivi).

L’alluminio è inoltre più economico, almeno per ora, mentre la grafite si trova in quantità piuttosto elevata in gran parte del globo terrestre.

Migliora anche la sicurezza, in quanto le batterie ad alluminio non soffrono di problemi di sovraccarica oltre ad avere una resistenza ambientale migliore.

L’alluminio è indicato, da quasi un decennio, come elemento importante per le future batterie, ma fino ad oggi non era stato possibile sviluppare tecnologie in grado di utilizzarlo a dovere.

Il prototipo realizzato genera una tensione in uscita di 2A, la potenza utilizzata dalle batterie presenti su iPhone.

Come riportato dalla pubblicazione di Stanford, centinaia di precedenti prototipi avevano il difetto di rovinare completamente i prototipi dopo appena 100 cicli di carica e scarica.

Per ora sarà difficile vederle all’opera in campo elettronico, in quanto restano comunque meno competitive di quelle basate sul Litio, ma potrebbero diventare interessanti per realizzare accumulatori domestici.

Segue video, in lingua originale, che spiega l’evoluzione tecnologica sopra menzionata


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