Nell’acquisto di uno smartphone influiscono molti fattori, racchiusi essenzialmente nel costo rapportato alle nostre finanze, nelle funzionalità fondamentali ma direttamente proporzionate alla vita di un utente. E poi ce n’è una che le accomuna tutte, perché stringi stringi se le batterie dura tanto, normale o poco, fa tutta la differenza di questo mondo.
Alla tecnologia basata sulle batterie agli ioni di litio, che continua ad essere molto performante, si è aggiunta la ricarica rapida: che abbina la qualità alla quantità. Ma la ricerca delle performance migliori non influiscono maggiormente sulla durata nel tempo di una batteria, diminuendola con il passare del tempo? A questa domanda, ci ha pensato a rispondere Xiaomi, da sempre vigile allo sviluppo delle ricariche rapide.
La risposta cinese è in una serie di diapositive, che dimostrano come il calore proprio della ricarica viene dissipato durante la ricarica da 200 W e, inoltre, su che tipo di impatto aspettarsi. Secondo Xiaomi la batteria dovrebbe perdere poco meno del 20% della sua capacità dopo 800 cicli, ovvero più di due anni se si effettua una ricarica completa ogni giorno. Se vai più a lungo tra una carica e l’altra, può allungarsi ancora di più.
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Fare calcoli veloci per un 5.000 mAh (come quello del Mi 11 Ultra) significa che trasporterà 4.000 mAh dei suoi 5.000 mAh originali dopo 800 cicli. Xiaomi afferma che l’autorità cinese richiede almeno il 60% dopo soli 400 cicli, dato che Xiaomi supera notevolmente.
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Non importa, dunque, quanto lentamente carichi la batteria, si sarà deteriorata dopo 800 cicli. Il calore è il colpevole numero uno del deterioramento della batteria, quindi se tieni il telefono collegato a un caricabatterie da 5 W per 5 ore o a un caricabatterie da 200 W per 10 minuti, è la quantità di calore con cui la batteria si occupa che diminuirà la sua carica più velocemente.
Tutte le batterie perdono capacità dopo anni di utilizzo, quindi, date le velocità folli, i numeri citati da Xiaomi sono molti credibili. E da tenere in considerazione.
Anche OPPO, multinazionale che condivide con Xiaomi la propria nazionalità cinese, si era pronunciata sulla questione, riportando dei dati in linea con quelli espressi dai sui “cugini: i test sulle batteria OPPO hanno dimostrato di perdere il 20% circa della loro capacità in due anni, utilizzando una ricarica rapida da 125 W.
Insomma, la risposta alla domanda se queste tecnologie a ricarica rapida stressano le batteria è sì, ma vista la media con la quale si sostituisce uno smartphone (i dati più recenti indicano 33 mesi) il problema scalfisce appena la superficie. Inoltre per l’esecuzione di questi test le aziende come Xiaomi e OPPO si rifanno alla normativa cinese che prevede che le batterie debbano mantenere almeno il 60% della loro capacità dopo circa 400 cicli, ergo: normativa pienamente rispettata. Tanto ormai chiunque dopo neanche tre anni, cambia smartphone: c’est la vie.
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