Gli hacker costituiscono una minaccia reale per le infrastrutture, abbastanza grave da scatenare una guerra: il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden punta il dito contro una “grande potenza” per i recenti attacchi informatici.
Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden lancia l’allarme sui rischi degli attacchi informatici, un crimine che, nell’ultimo anno, ha registrato un incremento di casi allarmante, intensificato dalla pandemia COVID-19.
Durante il discorso tenuto all’Office of the Director of National Intelligence, l’organo governativo a capo di 18 agenzie di intelligence, le dichiarazioni del Presidente sono state devastanti: in caso di guerra, una guerra aperta “con una grande potenza“, la causa scatenante potrebbe essere proprio una violazione di natura informatica operata dalla potenza in questione.
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Gli attacchi informatici saranno una delle maggiori sfide del prossimo decennio: Biden incoraggia la prevenzione del cybercrimine
Biden non ha fatto nomi, ma ha chiaramente lasciato intendere a quale potenza si riferisse. Più volte ormai gli Stati Uniti hanno accusato la Cina e la Russia per i recenti attacchi che hanno colpito alcune importanti infrastrutture e aziende, come SolarWinds oppure le rete di oleodotti Colonial Pipelines, o ancora JBS, oltre alla presunta campagna di manipolazione e diffusione di disinformazione di cui è stata accusata la Russia in vista delle elezioni politiche. Non si tratta di una realtà esclusivamente virtuale, ma di veri e propri crimini che hanno conseguenze nel mondo reale sui maggiori servizi.
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Biden invita a non sottovalutare la minaccia del cyber crimine, che sarà una delle maggiori sfide che gli Stati Uniti affronteranno nei prossimi anni: in questa battaglia, l’intelligence avrà un ruolo di spicco nella prevenzione, con azioni di controffensiva più o meno visibili o dichiarate al pubblico.