Una vicenda accaduta in Colorado conferma quanto già noto: il GPS è uno strumento utilissimo in molti casi, ma qualche volte può far “cilecca”. Soprattutto nelle strade di campagna.
Le app di navigazione stradale sono ormai un must have sui nostri smartphone: sono già pre-installate dai vari produttori e permettono di destreggiarsi al meglio dinanzi a lunghissime code in città, suggerendo percorsi più rapidi e scorrevoli. Ma c’è un problema: qualche volta fanno “cilecca”. Se nella maggior parte dei casi sono di prezioso aiuto per trovare un luogo sconosciuto o strade alternative, capita a volte di dover invece tribolare a causa di percorsi completamente errati e fuorvianti.
Il rischio di dover fare marcia indietro o, peggio, trovarsi a svariati kilometri dalla destinazione non è insomma remoto. E lo dimostrano le notizie provenienti dal Colorado: molti viaggiatori si sono trovati in cima a una montagna o sul ciglio del burrone per colpa di un’errata deviazione suggerita dalle principali applicazioni di navigazione stradale.
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Le difficoltà del GPS nelle strade di campagna
Il problema? Il GPS non è precisissimo nelle strade di campagna, spesso e volentieri infide e imprevedibili. Ne sanno qualcosa le persone che si sono affidate a Google Maps e soci per “dribblare” l’interruzione dell’interstatale 70 all’altezza della Glenwood Canyon, chiusa di recente al traffico a causa del versamento di fango e detriti. Una scelta a posteriori rivelatasi infruttuosa: piuttosto che districarsi dalle lunghe file in entrata e uscita, le automobili sono rimaste bloccate in cima a una montagna, imboccando le strade sterrate suggerite dalle varie app di navigazione.
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E non si tratta di un difetto di una determinata applicazione. Che sia Google Maps, Waze o Here, il risultato sembra essere il medesimo. Le strade di campagna sono irte di ostacoli e utilizzare un qualsiasi navigatore può dunque non costituire una soluzione efficace in presenza di lunghe code. In tali circostanze è meglio quindi affidarsi alle strade ordinarie e utilizzare la ragione, evitando di dirigersi in percorsi per così dire “avventurieri” suggeriti dal GPS.