In questi primi mesi del 2025 il termine GOTY si è usato più di qualche volta ma con Blue Prince pare proprio che sia possibile. Cosa rende questa avventura single player così affascinante?
Quante altre volte lo diremo chiaramente è da capire, ma con Blue Prince il termine GOTY contender sembra decisamente ragionevole. Un titolo rimasto in sviluppo per otto anni e che dopo questo lunghissimo tempo finalmente si è mostrato, diventando improvvisamente oggetto dell’analisi approfondita di tutti ovunque, anche perché il titolo si trova su tutte le piattaforme ed è anche disponibile per gli abbonati al Game Pass.
Ma che cosa ha stregato chi lo ha recensito? Qual è la qualità così particolare che tiene incollati allo schermo? Proviamo a guardare alle meccaniche di base.
Perché Blue Prince è il gioco GOTY 2025
Visto in superficie, Blue Prince sembra semplicemente uno di quei titoli rompicapo in cui occorre risolvere i misteri che via via si trovano nelle stanze della classica villa immensa in cui, oltre a sale e salottini, si trovano magari un osservatorio astronomico, una cantina enorme, sale per la sorveglianza, vecchie cripte. Ma la prima cosa che colpisce giocando con l’opera sviluppata da Dogubomb è il fatto che queste stanze non si trovano sempre nello stesso ordine.

Come in un enorme libro-labirinto in cui i bivi li decidi tu, dentro Blue Prince è possibile passare da una stanza all’altra scegliendo tra quelle che sono a disposizione ma senza avere un piano prestabilito dal developer. La enorme villa di Mount Holly deve però essere esplorata nella sua interezza perché lo scopo ultimo è quello di arrivare nella famosa stanza 46. Con elementi che mescolano quindi strategico, roguelite, titoli più propriamente esplorativi e qualcosa che ricorda anche Cluedo, Blue Prince resetta la planimetria della villa e quindi di volta in volta ci si trova a esplorare qualcosa che insieme è stato già visto ma è nuovo allo stesso tempo.
La quantità di storie che quindi si possono tirare fuori non solo in ogni singola partita, ma semplicemente in ogni singola giornata in cui si resetta il calendario interno di Blue Prince, sono tra le cose che vi faranno impazzire. E il gioco diventa sempre più complesso nel momento in cui ci si rende conto che qualunque scelta viene fatta, anche semplicemente nel tipo di stanze che si vogliono visitare, trasforma l’esperienza nella sua interezza, perché le varie tipologie di stanze hanno effetti diversi sul personaggio.
Alcune migliorano il gioco, altre rendono tutto un po’ più difficile. L’unico piccolo neo che potrebbe fermare giocatori e giocatrici dall’apprezzare realmente Blue Prince è la barriera linguistica. Il titolo è stato sviluppato infatti intorno alla lingua inglese e, anche se i developer sognano di poter avere una localizzazione che renda giustizia alla loro opera, sarà probabilmente estremamente complicato riuscire a rendere in altri idiomi quello che funziona nella lingua inglese. Se non volete aspettare, mettetevi con il vocabolario accanto e lanciatevi all’avventura. Chissà che Blue Prince non diventi anche una scusa per ripassare un po’ di lingua straniera.