Gli scienziati dell’Università di Mosca e dell’Università di Tel Aviv hanno avviato una interessante sperimentazione che ha come protagonisti i cactus, che potrebbero trasformarsi grazie al loro elevato contenuto di acqua in vere e proprie antenne omnidirezionali a banda larga
Il settore tecnologico si caratterizza a volte per le sue scoperte o progetti assolutamente inediti e particolari, spinti dal lavoro dei ricercatori e dai vari brevetti dei maggiori brand, spesso e volentieri a metà strada tra la fantasia e il realismo. Molte di queste sperimentazioni sono costrette a infrangersi dinanzi al muro della concretezza, ma in alcuni casi le cose non stanno esattamente in questo modo, anzi.
L’ultima scoperta proveniente dagli scienziati dell’Università di Mosca e dell’Università di Tel Aviv è l’esempio perfetto di come uno studio approfondito su un tema possa mutare alcuni aspetti e certezze ormai consolidate. Grazie al lavoro congiunto dei due team, si è scoperto infatti che alcune piante grasse possono agevolare la propagazione del segnale wireless e fungere di conseguenza come una sorta di antenna omnidirezionale.
Questa scoperta rappresenta un punto di svolta (oltre che di partenza) rispetto alla precedente tesi secondo cui gran parte delle piante limitano le prestazioni dei sistemi di ricetrasmissione a radiofrequenza, fattore quest’ultimo spiegato dalla assoluta precarietà del segnale Wi-Fi nelle foreste. Secondo quanto osservato invece dagli scienziati, l’alto contenuto d’acqua della vegetazione avrebbe il pregio di provocare risonanze elettromagnetiche, che trasformerebbero le piante in vere e proprie antenne omnidirezionali a banda larga operante nelle bande Wi-Fi da 900 MHz a 7,7 GHz. Immaginate quindi i cactus come una sorta antenne all’insegna della sostenibilità e rispettose della Terra.
Al fine di avvalorare la ricerca, gli scienziati hanno preso in esame il cactus “Opuntia ficus-india”, non soltanto perché molto diffuso in Israele, ma anche per questioni puramente attinenti alla stessa ricerca: si trova in aree deserte dove è difficile stabilire una connessione wireless. Gli steli del cactus sono stati collegati a una sorgente e la pianta ha iniziato a generare radiazioni elettromagnetiche.
Al di là della particolarità, la scoperta ha evidentemente un impatto positivo anche in termini di questioni ambientali, in quanto ulteriori approfondimenti futuri sul tema potrebbero portare alla realizzazione di dispositivi multifunzionali rispettosi della salute del nostro pianeta.
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