C’è ancora incertezza su come pagheremo il Canone Rai dal primo gennaio 2023, tra ipotesi e proposte attualmente sul banco
A diversi anni di distanza dall’ultima modifica – ma potremmo anche dire rivoluzione – imposta dall’allora governo Renzi (che ha portato a un abbattimento del tasso di evasione in Italia, dal 27% al 3% circa), il Canone Rai torna nuovamente a rubare il centro della scena del dibattito generale per via di alcune ipotesi allo studio dell’attuale compagine governativa.
Si tratta di manovre “ispirate” dall’Unione Europea, che potrebbero a cascata coinvolgere radicalmente il modo in cui gli italiani pagano il Canone Rai. Come si evince dalla proposta di legge avanzata da Michele Anzaldi di Italia Viva, il Canone Rai potrebbe essere (sebbene solamente in parte) scorporato dalla bolletta dell’energia elettrica, pur demandando ai fornitori l’onere di riscossione della tassa. Si tratta di una piccola modifica che vuole tuttavia massimizzare la trasparenza verso i consumatori, seguendo così l’adagio dell’Unione Europea. Ricordiamo che proprio l’UE ha definito il Canone Rai in bolletta come un “onere improprio”.
Canone Rai, le ipotesi
Cosa significa tutto questo? Che a partire dal primo gennaio 2023, gli utenti potrebbero ricevere una bolletta bimestrale in cui verranno indicate soltanto le voci relative ai consumo e agli oneri legati al servizio di fornitura di energia elettrica. Invece, negli altri mesi, si potrebbe ricevere l’importo relativo al Canone Rai – con annessa rateizzazione – il quale sarà appunto scorporato dal computo dei costi dell’energia.
Si tratta tuttavia di una soluzione non ancora definita e per le quali non sono mancate opinioni di senso diverso. Allo stato attuale, infatti, esistono diversi modelli attinti ad ispirazione da alcuni paesi: c’è chi pensa ad una eliminazione del Canone Rai, sulla scorta del modello spagnolo, oppure chi indica il modello francese e all’annessa metodologia che prevede un abbinamento del Canone Rai alla tassa sulla casa. Resta fuori una terza strada, che poi potrebbe esser la più percorribile, vale a dire quella di pagare il canone in sede di 730.
Ci troviamo di fronte a ragionamenti che potrebbero essere sbloccati in prosieguo e la prossima Legge di Bilancio potrebbe regalare novità in tal senso e mettere un po’ di “pepe” nell’ultimo scorcio del 2022.