Le istituzioni europee puntano a introdurre l’obbligo di un caricatore unico nell’ottica di una semplificazione nell’uso dei prodotti tecnologici.
L’Unione Europea torna alla carica sul tema del caricatore unico. Un argomento apparentemente secondario ma che invece rischia di incidere in positivo sui consumatori, tanto sotto il fronte dei risparmio, quanto in quello della chiarezza e della semplificazione nell’esperienza d’uso dei prodotti tecnologici.
Non si tratta invero di una novità assoluta, dal momento che la Commissione europea aveva già esercitato uno stringente potere in materia, imponendo l’obbligo a tutti i produttori di utilizzare un unico standard (nel caso di specie, il connettore in formato micro-USB) da implementare su tutti i dispositivi in commercio. Diversificati appunto per le loro caratteristiche e destinazione d’uso (smartphone, tablet, fotocamere e via discorrendo), ma inequivocabilmente accomunati per effetto della presenza di un formato unitario. Apple si è sempre smarcata da ogni discorso – e lo dimostra la diffusione, peraltro anche attuale, dell’ingresso proprietario Lightning sugli iPhone – ma è questa è tutta un’altra storia che meriterebbe ulteriori approfondimenti e considerazioni.
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Oggi come allora, l’obiettivo perseguito dalle istituzioni europee è quello della semplificazione. L’aver imposto un caricatore unico ha infatti contribuito all’eliminazione di quella proliferazione selvaggia di connettori proprietari, utilizzata sovente dai produttori non soltanto per rimpinguare il proprio giro d’affari, ma soprattutto per scongiurare o disincentivare il passaggio degli utenti alla concorrenza.
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Perché mai, dunque, tornare a riproporre una questione ormai già ben definita? Perché i tempi cambiano e la tecnologia è intrinsecamente mutevole. Lo dimostra il passaggio dallo standard micro-USB al più recente USB-C, sdoganato dapprincipio su smartphone e, soltanto più di recente, anche sui principali accessori. L’introduzione di un nuovo formato rende insomma necessario un aggiornamento della normativa in vigore, che potrebbe perciò imporre ai produttori l’obbligo di dotare i propri dispositivi di un ingresso USB-C.
Andrà effettivamente così? Se ne parla già da tempo ed è probabile – se non addirittura certo – che l’ulteriore stretta potrebbe consumarsi entro l’anno. Con evidente soddisfazione degli utenti.
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