Una nuova regola entrerà presto a far parte del piano Cashback. Per chi non la rispetta, c’è il rischio squalifica immediata
Manca ormai poco più di un mese al termine della prima fase del Cashback. Un lungo semestre contrassegnato da discussioni, proposte e dietrofront continui, con il futuro dell’iniziativa che continua a rimanere in bilico. Troppi i pezzi del puzzle ancora da mettere a posto, prima di avere un mosaico che permetta agli utenti di partecipare e gareggiare in maniera pulita.
I famigerati furbetti stanno continuando ad attuare le loro azioni indisturbati, con una soglia minima per piazzarsi in graduatoria che sale a dismisura e rende quasi impossibile l’accesso ai più. Si parla di circa 10 operazioni di media da registrare al giorno: troppe senza incorrere in “trucchetti”. Ed è proprio a questo che stanno pensando gli enti gestori, che hanno annunciato una nuova regola.
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Cashback, la nuova regola anti furbetti: di cosa si tratta
Una nuova regola che punta a fermare in maniera definitiva i furbetti del Cashback: è questa la prima mossa da parte degli enti gestori dell’iniziativa. Con ogni probabilità, entrerà in vigore nel secondo semestre dell’anno e punterà ad una conclusione pulita e senza trucchi. Si parla di un algoritmo da introdurre, il quale renderà impossibile la ripetizione di operazioni presso uno stesso luogo o attività. In questo modo, le tanto sfruttate micro-transazioni diventeranno un lontano ricordo e renderanno la classifica meno inaccessibile.
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Si sta discutendo anche della possibilità di inserire all’interno dei sistemi un timer ampio, allegato allo stesso posto. Infine, una delle prime regole che molto probabilmente verrà introdotta è la soglia minima di acquisto, che dovrebbe essere intorno ai 5 euro. Tutte buone notizie quindi, che potrebbero così rendere l’iniziativa meno truccata di quanto non lo sia stata nella prima fase.
C’è da dire che i famigerati furbetti hanno dimostrato in questi mesi di saper aggirare abbastanza facilmente tutte le misure imposte, e non è da escludere che sarà così anche con la seconda fase. In questo caso, la soluzione estrema potrebbe essere quella di squalificare in via definitiva gli utenti.