La presenza di cellulari in carcere, ed anche di droga, è stata fermata dalle forze dell’ordine, che hanno sgominato una rete capace di specializzarsi in maniera impensabile su come fare arrivare questa roba in cella.
Cellulari in carcere, non è la prima volta che si sente qualcosa del genere e non sarà l’ultima, per quanto incredibile possa sembrare la cosa. Le forze dell’ordine sono intervenute per stroncare una rete bene organizzata in questo senso, che oltre a sedici telefoni cellulari in carcere riusciva ad introdurre di nascosto anche della droga. Il tutto è avvenuto alla casa circondariale di Borgo San Nicola, in provincia di Legge. Sono stati proprio gli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Lecce a mettere fine a questa situazione di illecito.
Per i soggetti coinvolti si prefigura tutta una serie di reati, dallo spaccio di sostanze stupefacenti all’accesso indebito a dispositivi di comunicazione. Cosa che ovviamente non è consentito fare in galera. Oltre ai sedici cellullari in carcere, le forze dell’ordine hanno sequestrato anche 340 grammi di droga di vario tipo. Solitamente episodi del genere hanno luogo per via della connivenza di agenti corrotti. In questo caso invece c’era un approccio decisamente più moderno e hi-tech, e per certi versi incredibile.
Cellulari in carcere, da non credere come erano stati portati lì
Infatti la droga ed i telefonini, che erano di dimensioni minuscole e dotati tutti quanti di simcard nella maggior parte dei casi intestata a loro parenti, venivano consegnati mediante droni. Che probabilmente giungevano a destinazione di notte, quando la visibilità rendeva più agevole l’agire di nascosto senza che le sentinelle di guardia lungo il perimetro del carcere si accorgessero della cosa.

I fatti si sono svolti tra il 21 dicembre del 2023 ed il 16 aprile del 2024. Una indagine accurata e prolungata ha infine accertato gli illeciti, e si è proceduto nei confronti di trentuno persone in totale. Tre di queste invece sono responsabili del traffico di droga che avveniva in cella. Un uomo di 34 anni in particolare è stato individuato come il pusher che si riforniva da fuori tramite droni.
Finito questo giro illecito
Tutti quanti questi soggetti si trovano ora dislocati in altre strutture penitenziarie situate tra Lazio, Puglia e Sicilia. contestualmente al sequestro dei cellulari in carcere, è stata messa la parola fine anche alle attività illecite coordinate direttamente dalla loro cella dai pregiudicati che erano entrati in possesso di questi dispositivi.
La vicenda, per quanto si sia risolta in maniera positiva in favore della legge, desta comunque preoccupazione. Perché per un periodo di tempo alquanto vasto, questi soggetti condannati per reati di vario tipo hanno fatto i loro comodi. E ci si chiede quanto impossibile fosse notare i droni sorvolare l’area del carcere di Lecce, anche di notte. Fa intanto discutere la presenza sul web dei numeri di cellulare privati di Giorgia Meloni, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e di altre personalità della politica.