Scoperti molti casi per i quali erano presenti dei cellulari in carcere, ed oltre a questo c’era pure della droga consegnata tramite drone. Dove è successo.
Cellulari in carcere, il loro solo ingresso è vietatissimo dalle regole, eppure ancora continuano a venire fuori notizie che riguardano la scoperta di detenuti che, in qualche modo, riescono ad entrare in possesso di dispositivi per mettersi in comunicazione diretta con l’esterno. Così, anche se rinchiusi in cella, alcuni individui poco raccomandabili hanno potuto mandare avanti le loro attività illecite o comunque parlare a parenti ed amici anche se questa cosa non è consentita se non entro specifici incontri programmati all’interno dell’istituto penitenziario.
Logico però che la presenza di cellulari in carcere non potesse passare inosservata. E che, prima o poi, chi di dovere si accorgesse della cosa. Così adesso per ben trentuno detenuti reclusi tra le mura della casa circondariale di borgo San Nicola, in provincia di Lecce, c’è da rispondere di diversi capi di accusa. I fatti non sono recenti e hanno avuto luogo tra il 21 dicembre del 2023 ed il 16 aprile del 2024. Solo ora però le indagini in proposito sono giunte alla conclusione, a distanza di un anno. E si sono chiuse con il sequestro di cellulari e simcard.
Sono 16 i dispositivi individuati dalla polizia, e si è scoperto che le sim erano intestate in molti casi ai parenti dei detenuti coinvolti. È stata scoperta anche la presenza di droga, con in questo caso tre persone già sottoposte a pena detentiva che le autorità hanno individuato come responsabili.
Stando alla ricostruzione delle forze dell’ordine, nel carcere salentino c’era un detenuto di 34 anni che aveva il compito di fare da spacciatore per gli altri reclusi. E che si faceva consegnare le sostanze stupefacenti tramite un drone. Viene quasi da non crederci. La droga è stata trovata nelle celle dei tre uomini indicati.
Ora tutti quanti i trentuno indagati, che devono rispondere tra gli altri del reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione, non si trovano più nel carcere di Lecce. Sono stati tutti quanti smistati altrove, nelle carceri delle varie Foggia, Siracusa, Taranto e Viterbo. I telefonini sottoposti a sequestro erano dei modelli vecchi e di piccole dimensioni, o più nuovi e micro, proprio per passare il più inosservati possibili.
Ovviamente l’ingresso di telefonini in carcere è vietatissimo perché, proprio come avvenuto in questo caso, possono essere utilizzati per portare avanti delle attività illecite. I detenuti possono anche ad organizzare delle pianificazioni di evasioni, oltre che allestire un traffico di droga come visto.
E dei crimini di varia natura possono essere portati avanti all’esterno anche se si ci si trova rinchiusi tra le quattro mura di una cella, delegando le operazioni illecite a dei propri uomini fidati.
Come è possibile che dei telefonini però facciano il loro ingresso in carcere? Oltre al fatto di potere utilizzare dei droni, che in qualche modo riescono a non dare nell’occhio, purtroppo a volte capita di avere a che fare con degli agenti corrotti, la cui connivenza con i malviventi rende possibile tutto questo. I cellulari nemmeno al cinema dovrebbe entrare, figurarsi in carcere.
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