Cosa non si fa per portare un qualsiasi dispositivo al top, pur di essere performanti e competitivi nel fatato mondo del gaming. Anche trasformare un normale Xiaomi Mi 9 in qualcosa di molto diverso, super.
L’ammiraglia Xiaomi Mi 9 è stata rilasciata nel 2019 ed è alimentata da un chipset Snapdragon 855. AMOLED da 6.39″ con densità 403 ppi, risoluzione di 1080 x 2340 pixel. Ha una batteria da 3.300 mAh, schermo 1080 x 2340 pixel da 6.39 pollici, RAM 6 GB, ROM 64 GB, Fotocamera posteriore con sensore da 48 Mp + 12 Mp + 16 Mp. Insomma uno smartphone economico, di quelli come tanti, buono per la vita di tutti i giorni, ma con performance da 229 euro, tanto per capirci.
Figuriamoci per uno Xiaomi 9 Mi usato e pagato dal promotore di un’idea che fa sorridere, appena centosettanta dollari. Lo Xiaomi Mi 9, inoltre è altamente inadeguato nelle applicazioni di gioco. Anche il meccanismo di riscaldamento del Mi 9 è sconsigliato per il mondo del gaming. E invece c’è qualcuno che l’ha trasformato in qualcosa di fortemente votato al gioco. Ad hoc per i più incalliti player.
Come si è passati a uno smartphone da gaming da 50 (e più) fotogrammi al secondo
Il processo di trasformazione di Geekerwan è partito dalla stabilizzazione della capacità della batteria, diventa mostruosa. Poi è stato il turno dell’overclocking e l’overvolta del chip Snapdragon 855. Ciò ha consentito al telefono di funzionare a più di 50 fotogrammi al secondo (50 fps) rispetto alla frequenza fotogrammi di fabbrica.
Il problema maggiore è stato quello di far fronte all’enorme surriscaldamento che generava il dispositivo 2.0. Qui le modifiche più interessanti al sistema di gestione termica. Geekerwan ha rimosso il modulo fotocamera, aggiungendo un dissipatore di calore con una potente ventola di raffreddamento, alimentata dalla batteria del telefono tramite una scheda di conversione da CC a CC.
La scheda regola la corrente per fornire 5V alla ventola di raffreddamento. La velocità della ventola di raffreddamento può essere regolata tramite un pulsante aggiuntivo nel dispositivo. Il Mi 9 modificato è confezionato in una custodia stampata in 3D, con tanto di staffa per posizionare l’ormai ex Xiaomi su un controller di gioco. I test hanno confermato la buonissima riuscita della trasformazione.
La domanda ora sorge spontanea: questo esperimento nato così. Avrà un seguito? I promotori sono pronti, o hanno in cantiere la possibilità di produrre più unità di questo smartphone nato per l’esigenze comune di un utente tutto sommato normale e divenuto una terribile arma a disposizione di un player?