Secondo gli esperti di Accenture che hanno redatto il rapporto “Technology Vision 2015” presto saremo tutti protagonisti dell’Economia del Noi, perché qualcosa sta rimodellando i mercati e il nostro modo di lavorare e di vivere, un nuovo modello sociale e di fare affari che viene chiamato “We Economy”.
Le aziende più innovative, quelle che si servono della tecnologia per trasformare processi e mercati di riferimento in chiave digitale, si espandono oltre i propri confini tradizionali del loro settore d’affari, esplorano il mondo fuori entrando in contatto con altre realtà e creando collaborazioni, dando vita ad un ecosistema e lasciandosi alle spalle un modello di operatività aziendale individuale e separato dal resto del mondo.
Accenture, attualmente la società di consulenza aziendale più grande al mondo, spiega che We Economy si regge sul principio certo secondo cui le piattaforme digitali trasformeranno le diverse industrie in ecosistemi interconnessi, rendendone i confini sempre più sfumati.
L’obiettivo di coinvolgere nuovi partner del proprio e di altri settori, o che appartengono al mondo delle tecnologie, interessa ormai circa la metà delle aziende e ci dà la conferma che il cambiamento è già in essere e non solo una bella idea.
Il 35% delle aziende utilizza già le interfacce di programmazione dei sistemi esterni all’azienda per integrare i dati e collaborare in forma digitale, mentre un altro 38% delle imprese che sono state censite prevede che lo farà in futuro.
La Home Depot, una catena di distribuzione operante nel campo dei prodotti per il fai da te, rappresenta un esempio di caso di studio di “We Economy”. L’azienda, che ha avviato una collaborazione con altri produttori, ha reso compatibili con il sistema Wink gli elettrodomestici e gli apparecchi disponibili a catalogo, dando vita ad un ecosistema domestico sempre connesso, crando le condizioni per sviluppare nuovi servizi da offrire ai clienti.
Anche la Philips, in collaborazione con la Salesforce ha dato vita ad un ecosistema allargato che è diventato uno dei principali provider al mondo di software “come servizio”. Il programma ha lo scopo di migliorare il sistema di fornitura dei servizi sanitari, agevolando il compito degli sviluppatori di applicazioni volte alla condivisione di informazioni, come ad esempio cartelle cliniche elettroniche, oppure i dati ricavati dalle apparecchiature di diagnostica per immagini e di monitoraggio tra medici e pazienti.
Accenture ha inoltre messo in evidenza cinque attitudini tecnologiche più o meno conosciute che contraddistingueranno il fenomeno del We Economy nel prossimo futuro. La prima viene chiamata “Internet of Me”, un universo digitale unico, dove l’uso esteso di dispositivi connessi, come ad esempio gli smartwatch, i televisori o le automobili, si trasforma in un campo su cui le aziende vanno a lavorare per offrire applicazioni, prodotti e servizi sempre più specifici e capace di fidelizzare sempre di più i consumatori.
Il concetto che altri addetti ai lavori hanno battezzato “Industrial Internet of Things” rientra invece nell’ambito dell “Outcome Economy”, in cui oggetti di uso quotidiano vengono dotati di sensori per renderli “smart” e collegarli alla rete proponendo ai consumatori esperienze di utilizzo complete e tendenzialmente migliori rispetto ai singoli prodotti o servizi.
Un altro aspetto dell’Economia del Noi è quindi l’intelligenza integrata nei beni di consumo, uno scenario in cui risulteranno vincenti le imprese che domineranno l’ultimo collegamento tra universo digitale e fisico.
Le “Platform (R)evolution” rappresentano un ulteriore aspetto della nuova ondata innovativa e di crescita, in cui le aziende che vi ricorrono saranno i principali attori di ogni singolo settore, estendono ed incrementano il proprio business con una redditività migliore, per cui ogni azienda diventerà una “technology company”, sfruttando la flessibilità e le tecnologie di cloud computing.
Il passaggio che molte singole aziende sono chiamate a fare sviene definito anche “Intelliget Enterprise”, secondo cui, mettendo insieme molti dati con sistemi più intelligenti, si ottiene un miglioramento del business. Con l’avvento dei Big Data e la maggiore capacità computazionale e cognitiva dei sistemi, il software sarà sempre più in grado di aiutare la macchina a prendere decisioni più funzionali di quelle di un essere umano. Le aziende che sapranno impiegare i software di nuova generazione per rendere intelligenti quanti più oggetti di uso comune possibile, sapranno dare un altro stimolo all’innovazione.
Gli analisti di Accenture evidenziano infine come la spinta verso il digitale abbia aumentato la necessità di una migliore collaborazione tra utilizzatori e dispositivi, con l’obiettivo di migliorare il lavoro di ogni singolo addetto aziendale attraverso la tecnologia. Una strada, questa che sarà praticabile attraverso interfacce naturali come dispositivi da indossare e smart-machine che ha introdotto nuove complessità nella gestione dei collaboratori, soggetti fisici e soggetti digitali o virtuali. Il talento umano e la tecnologia intelligente, dunque, sono attori collaboranti e connessi di uno stesso ecosistema, perciò chi saprà riconoscere e gestire i benefici della collaborazione tra le persone e gli oggetti avrà più probabilità di successo
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