Stando ad alcuni numeri dell’ufficio brevetti locale, la Cina ha superato gli USA per numero di brevetti sulla connettività 6G.
Mentre lo sviluppo dell’infrastruttura 5G deve ancora propagarsi in modo capillare, l’attenzione di Paesi e società tecnologiche pare da tempo essersi già spostata sulla generazione successiva. Una mossa per certi versi fisiologica, ma che sottende evidenti questioni di taglio politico, strategico e commerciale. In effetti, il mercato delle reti destinate a soppiantare l’attuale tecnologia LTE ha ormai assunto tutti i connotati della piena definitività.
E’ vero, resta ancora l’impellente obiettivo di estendere la diffusione delle nuove potenzialità di connessione mobile, facendo così in modo che tutti i consumatori possano sfruttarne i benefici, ma il lavoro a monte – quello teorico e soprattutto strategico – può dirsi pressoché concluso, grazie alla distribuzione e alla definizione dei brevetti. Non resta dunque che raccogliere i frutti, con il 2021 e, in particolare, il 2022 intesi come anni chiave per l‘accensione delle reti 5G nella maggior parte dei territori del mondo.
Questione di senso diametralmente opposta è invece la connettività 6G, di cui si sa ancora poco ma sulla quale è già in fermento la competizione di aziende e Paesi. L’oggetto del contendere (o forse sarebbe meglio dire del desiderio) verte sulla spartizione dei brevetti, ed è proprio su tali basi che s’infiamma la sfida tra Cina e Stati Uniti, con la prima posizionata meglio grazie ad un lavoro preparatorio avviato già da tempo. Lo scorso novembre, ad esempio, dal quartier generale di Pechino è stato lanciato un primo satellite per effettuare una trasmissione a sequenze altissime.
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Il ruolo di prim’ordine della Cina si riverbera inequivocabilmente nei numeri snocciolati dall’ufficio brevetti cinese, la China National Intellectual Property Administration (CNIPA), secondo cui sarebbero addirittura 13.449 i brevetti accaparrati sui circa 38.000 stimati. Numeri mastodontici se confrontati con gli Stati Uniti, fermi al palo al secondo posto a fronte del possesso di circa il 18% dei brevetti.
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La battaglia tra i due Stati tocca trasversalmente questioni di angolatura commerciale. In un contesto di forti tensioni tra America e Cina, l’obiettivo di Pechino pare esser evidentissimo: evitare la dipendenza da fornitori statunitensi, recitando invece esso stesso un ruolo di leadership. In quest’ottica, la Cina continua a tessere le proprie manovre per far fronte comune, coinvolgendo patners strategici come il Giappone e la Corea del Sud.
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