Gli studi sulla connettività 6G avanzano a ritmo calzante a tal punto da far ipotizzare un’anticipazione rispetto all’originaria data presa come riferimento.
Da ormai qualche tempo si è iniziato a parlare della connettività 6G, proiettando il futuro delle telecomunicazioni ben al di là dell’attuale (e limitato) orizzonte temporale. Non si tratta comunque – è bene chiarirlo – di mosse affrettate od addirittura fantasiose, ma di tecnicismi e di accordi di respiro politico, strategico e commerciale che dovranno giocoforza esser costruiti da qui ai prossimi anni. Prima ancora, per inciso, che il nuovo standard di connessione mobile possa affacciarsi ufficialmente sul mercato.
Malgrado la penuria di infrastrutture, la tecnologia 5G è infatti già abbondantemente definita. I brevetti sono già stati spartiti e adesso non resta che raccogliere i frutti, ampliando la diffusione del nuovo standard a beneficio di tutti i consumatori del mondo. Proprio sui brevetti, invece, sembra ruotare la battaglia della connessione 6G, nell’evidentissimo obiettivo di rovesciare gli equilibri del settore delle telecomunicazioni, recitando un ruolo di prim’ordine a dispetto dell’agguerrita concorrenza. In quest’ottica, qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia del primato della Cina per ciò che riguarda il numero di brevetti sul 6G, evidenziando l’attuale posizione di forza del quartier generale di Pechino rispetto agli Stati Uniti. E molte importanti aziende orientali iscritte nel settore della tecnologica – come per l’appunto Huawei – sembrano già in fermento per accaparrarsi un posto in prima fila, superando di slancio gli avversari.
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In tutto questo, resta comunque centrale una data a dir poco cruciale: il 2030, ossia la finestra temporale che dovrebbe scandire il lancio commerciale della rete 6G. O meglio, è quanto si è sostenuto finora a contorno dell’avanzare del nuovo standard mobile e dei consequenziali progetti di ricerca già avviati. Le ultime notizie che stanno affacciandosi in rete hanno tuttavia un imprinting diverso, ritoccando in senso addirittura migliorativo l’originaria previsione. Stando a quanto riportato dalla società di ricerca Abi Research nel consuntivo “6G Standards and Market Developments application analysis“, il successore delle reti 5G potrebbe arrivare sul mercato già nel tardo 2028, anticipando perciò di due anni la data dapprincipio ipotizzata.
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La notizia è tutt’altro che isolata, visto che l’arco temporale del 2028 era già stato caldeggiato in precedenza anche dalla stessa Samsung. Il rapporto di Abi Research ha ad ogni modo il pregio di evidenziare le potenzialità pratiche della connettività 6G: come spiegato lucidamente dalla stessa fonte, non si tratta di un “5G migliorato“, ma di “un sistema di comunicazione completamente nuovo“, in cui si intersecano elementi tecnologici finora inesplorati, come le applicazioni di X Reality (una sorta di mix tra realtà virtuale, aumentata e mista) e, soprattutto, servizi di auto-riparazione e di auto-organizzazione della rete, che avranno il pregio di diffondere la guida autonoma.
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