Due pesi massimi all’opera. L’API di notifica Google e Apple, o GAEN, originariamente noto come Privacy-Preserving Contact Tracing Project, una specifica di framework e protocollo sviluppati dai due colossi statunitensi, è ora impiegata per facilitare la tracciabilità digitale dei contatti durante la pandemia da Covid-19.
L’API utilizza il Bluetooth per contattare la traccia e avvisare gli utenti di una possibile esposizione a virus, salvando potenzialmente la vita loro e quella degli altri. API è stata lanciata nel giugno 2020, ma non ha avuto un grande successo, a causa della poca chiarezza e, soprattutto, della mancanza di certezze.
Da qui un nuovo studio pubblicato su Nature – con contributi di 13 autori si propone – per esplorare questo aspetto e renderla credibile al 100%. La ricerca si concentra su Inghilterra e Galles e sull’efficacia dell’app dell’NHS in particolare, che potrebbe aver salvato la vita tra i 4.200 e gli 8.700 utenti. Ad oggi, il Regno Unito ha visto più di 128.000 morti, causa Covid-19.
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Per quanto riguarda i casi evitati, lo studio suggerisce che ogni aumento di punto percentuale nell’utilizzo delle app ha comportato una riduzione dello 0,79% dei casi. “La nostra analisi suggerisce che un gran numero di casi di COVID-19 sono stati evitati mediante il tracciamento dei contatti tramite l’app NHS, che vanno da circa 100.000 a 900.000 a seconda dei dettagli metodologici” aggiunge lo studio britannico.
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Anche l’integrazione dell’app NHS con i test è stata notata come una caratteristica chiave, in quanto “i test ordinati tramite l’app attivano automaticamente le azioni, senza richiedere all’utente di inserire il risultato nell’app“. Il che accelera il tracciamento dei contatti.
Lo studio teorizza, inoltre, che non è solo la funzionalità dell’applicazione a contribuire alla sua efficacia. Suggerisce che coloro che installano l’app possono “mantenere una distanza maggiore dagli altri rispetto a quanto avrebbero fatto altrimenti, consapevoli del fatto che l’app monitora la distanza e potrebbe in seguito consigliare la quarantena“.
Da settembre, Apple e Google hanno anche reso disponibili sui loro dispositivi notifiche di esposizione al Covid-19 senza app. “L’uso degli smartphone è già globale e quindi le app di tracciamento dei contatti che preservano la privacy dovrebbero essere ulteriormente integrate nel kit di strumenti per la salute pubblica“, conclude lo studio.
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