In tempo di lockdown, ormai un anno fa, era paradossalmente tutto più semplice: non ci conosceva a fondo il Covid-19, si stava molto attenti e si usciva praticamente mai. La lunga convivenza con l’emergenza sanitaria, ha portato troppe persone più a pensare come aggirare le leggi, che difendersi realmente dalla pandemia. Niente scherzi.
I furbetti del Covid-19 devono sapere che le pene per chi viola le norme, sono diventate severe. E, soprattutto, non ammettono ignoranza né tanto meno attenuanti.
Covid-19, i procedimenti penali. Si rischia la galera
Nelle “zone rosse” (ahinoi di nuovo in aumento) ci si può muovere solo in tre casi: motivi di salute, esigenze lavorative, necessità. Tre capisaldi che non possono essere interpretati come uno vuole.
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Attestare il falso nell’autocertificazione costa caro, e francamente non ne vale proprio la pena, perché integra il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale: è previsto l’arresto facoltativo in flagranza e la procedibilità è d’ufficio, con una pena che va da uno a sei anni di reclusione.
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Chiunque può segnalare i casi di cui venga tradotta a proprio piacimento la possibilità di uscire per fantomatici motivi di salute, stravaganti esigenze lavorativi, frivole necessità: il procedimento penale scatta automaticamente.
I pubblici ufficiali, inoltre, hanno l’obbligo di denunciare i reati procedibili d’ufficio di cui vengano a conoscenza, altrimenti rischiano l’imputazione per il reato di omessa denuncia.
“Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516. La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto”.
Lo stralcio dell’articolo 361 del codice di procedura penale, è molto chiaro al riguardo. Oltre alle forze di polizia e armate anche i vigili del fuoco e urbani, i magistrati (nell’esercizio delle loro funzioni) notai e i medici ospedalieri. Tutti possono segnalare i casi sospetti.
Chi è in quaratena, in isolamento fiduciario, o accusa sintomi che possono ricondurre anche lontanamente al Covid-19 (come le febbre, per esempio, o sintomi associati) e fa il furbetto uscendo di casa, deve sapere che rischia, oltre all’imputazione per violazione dei provvedimenti dell’autorità, un processo per lesioni o tentate lesioni volontarie.
Se malauguratamente dovesse infettare persone anziane o comunque soggetti a rischio causandone la morte, l’imputazione potrebbe trasformarsi anche in omicidio doloso, pena la reclusione non inferiore a 21 anni.
Idem per le persone positive al Covid-19 ma che continuano ad avere rapporti sociali: potrebbe costare la stessa imputazione a titolo di dolo eventuale, o quantomeno di colpa cosciente. Dolo diretto anche per chi si tiene per sé la positività.
La legge è chiara, coscienza umana e senso civico in piena pandemia ancora di più: non è proprio il momento di fare i furbetti del Covid-19.