Alcuni ricercatori hanno rilevato una nuova variante Covid in Giappone. Ecco i suoi rischi e l’efficacia dei vaccini
Secondo quanto diffuso dalla rete di stato del Giappone NHK, in un ospedale di Tokyo sarebbe stata identificata una nuova variante del Covid. La notizia è stata ripresa dall’agenzia di stampa britannica Reuters, mentre non è ancora arrivato il commento da parte degli scienziati che hanno sequenziato il genoma del nuovo lignaggio.
Al momento, inoltre, non sono nemmeno stati diffusi particolari dettagli sulle caratteristiche della nuova variante del Sars-CoV-2. Da quel che è emerso, pare che questo virus porti con sé una delle mutazioni più preoccupanti, che conferisce al patogeno pandemico una buona capacità di resistenza agli anticorpi neutralizzanti. Sia quelli indotti da infezioni precedenti che quelli scaturiti dai vaccini anti Covid. Gli esperti cercheranno di capirne di più nelle prossime settimane.
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Variante Covid in Giappone, cosa sappiamo fino ad ora
Ad oggi, la nuova variante Covid emersa in Giappone non è stata identificata altrove. Tutti i pazienti che l’hanno contratta hanno infatti dichiarato di non essere stati all’estero e di non aver avuto contatti con persone che poi hanno viaggiato. Sono 14 i positivi presso l’ospedale universitario di Tokyo Medical and Dentai University Medical Hospital. A preoccupare gli esperti è la mutazione E484K, presente sia nella variante sudafricana che in quella brasiliana. Questa permette al patogeno di legarsi al recettore ACE-2, rompere la parete cellulare e riversare l’RNA virale per dare via alla replicazione e quindi all’infezione da Covid.
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Considerando che la E484K si trova in posizione 484 sulla proteina Spike, gli anticorpi neutralizzanti potrebbe riscontrare alcune difficoltà a coprirla. Le prossime settimane saranno fondamentali per capire quanto effettivamente rischiosa possa essere questa nuova variante del Covid. Ricordiamo che, come tutti i patogeni, anche il Sars-CoV-2 muta continuamente e dà vita a nuove forme. Solitamente si tratta di cambiamenti insignificanti. Come sottolineato dal virologo Fabrizio Pregliasco, ad oggi si contano almeno 1200 varianti del patogeno pandemico.