Fra le OTT il primo ad accusare un brutto colpo è stato Netflix, con il peggior trimestre (quello del 2022) della sua storia. Fra i social i problemi di Mark Zuckerberg sono ormai noti e il secondo trimestre record (negativo) ne è stata l’ennesima conferma.
Nel mondo fatato del gaming colpisce la situazione di Nintendo. Il colosso giapponese specializzata nella produzione di videogiochi e console, considerata come una delle più grandi compagnie del Giappone, ha fatto registrare un crollo delle vendite in patria addirittura del 33% nel trimestre aprile-giugno.
La causa è stata già identificata ed è arcinota sin dai tempi dello scoppio della pandemia da Coronavirus in tutto il mondo, quello che in gergo si chiama shortage, una carenza nella catena di approvvigionamento, nel caso di Nintendo praticamente paralizzata.
Le vendite della Nintendo Switch hanno totalizzato appena 840.000 unità
Nintendo Switch, pochissimi i pezzi venduti – Adobe StockUn problema non solo riguardante la Nintendo Switch, che magari è più marchiata. Ma le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno anche ridotto del 26% le vendite delle console PlayStation 5 del gruppo rivale Sony Group, a circa 200.000 unità, suscitando preoccupazioni sul fatto che le aziende rischino di perdere una grande opportunità durante le festività natalizie.
Le vendite della Nintendo Switch hanno totalizzato circa 840.000 unità in Giappone nel trimestre appena concluso, almeno stando ai dati di un fornitore di dati sui videogiochi Famitsu. “La carenza di materiali per i chip sta avendo un impatto sulla produzione – ammette Nintendo, attraverso un suo portavoce – il totale di aprile-giugno ha rappresentato un calo di circa il 10% rispetto al livello del 2020”.
Sebbene Nintendo non abbia rivelato i dettagli, si ritiene che abbia problemi a procurarsi parti per i componenti di comunicazione wireless bluetooth, utilizzati nei controller e nelle unità principali, nonché i chip analogici per il controllo delle correnti.
Nintendo sta conducendo trattative sugli appalti, ma “le prospettive sono incerte”, ha affermato sempre il portavoce. L’azienda giapponese, che esternalizza completamente la produzione di parti e l’assemblaggio di macchine, sta combattendo con i produttori di smartphone e le case automobilistiche sui componenti vitali.
L’estate è in genere un periodo in cui le società di console di gioco aumentano la produzione prima delle festività natalizie e una produzione insufficiente, o come quella di Nintendo altamente al di sotto delle aspettative, significherà un ulteriore perdita a ridosso delle festività natalizie, con tutto ciò che ne consegue.
Nintendo mirava a vendere circa 21 milioni di Switch a livello globale per l’anno che termina a marzo 2023. Un obiettivo, a questi ritmi, impossibile da centrare.