La medicina ha raggiunto un nuovo livello di tecnologia in Italia, riuscendo ad aiutare con successo un paziente in casa sua direttamente da remoto. Come è stato possibile farlo soltanto con un paio di occhiali?
Quando si tratta di evolversi dal punto di vista scientifico è sempre un bene aggiornarsi sulle scoperte che vengono effettuate: sarebbero in grado di migliorare la nostra stessa vita. Le sperimentazioni che vengono fatte, dopotutto, hanno il preciso scopo di garantire la sicurezza di coloro che si sottopongo a diverse cure, le stesse che andrebbero supportate con metodi più semplici da portare a termine.
Da anni si ha provato ad eseguire delle operazioni da remoto, seppur con scarso successo dal momento che non sia affatto facile. I medici hanno bisogno di interagire personalmente per riuscire ad aiutare chi ha bisogno di operazioni importanti, ecco perché impiegare le proprie conoscenze direttamente in un ospedale – assieme alle varie strumentazioni e agli infermieri – assicura un successo quasi del tutto garantito.
Smart glasses, la tecnologia che porta i medici a casa dei pazienti rimanendo in ospedale
Questa possibilità, ora, verrà estesa ancora di più grazie all’impiego di un paio di occhiali intelligenti che permetteranno ai medici di intervenire il prima possibile. Fare le operazioni non sarà mai stato così semplice come adesso, e dato che sia una circostanza più che unica nel suo genere, approfondire il discorso chiarirà ogni possibile dubbio. Che cosa c’è da conoscere di così importante?
Sono ritornati gli smart glasses in Italia, precisamente a Modena, per poter eseguire con successo un’altra procedura di sostituzione della Peg. Si tratta del sondino che permette di alimentare le persone con problemi funzionali della deglutizione, e nonostante sia difficile da portare a termine è stata fatta a domicilio, evitando così i rischi connessi al trasporto e al ricovero in ospedale.
Per farlo sono stati usati degli occhiali in dotazione esclusiva alla struttura complessa di Endoscopia e Gastroenterologia dell’Azienda Usl di Modena, gli stessi che hanno consentito all’infermiere specializzato Andrea Franchini di eseguire l’intera procedura di sostituzione a casa del paziente, un uomo di 53 anni affetto da SLA residente nel distretto di Mirandola.
Il tutto è avvenuto in collegamento audiovisivo con i medici dell’Endoscopia Laura Ottaviani, responsabile delle procedure sulle Peg, e Tommaso Gabbani, lo specializzando nell’utilizzo degli smart glasses, che si trovavano in ospedale come supervisori. Infine era presente a casa del paziente Amarilda Bajraktari, infermiera del Servizio di Assistenza Domiciliare del distretto di Mirandola che ha assistito all’operazione.