Google vuole spingersi sempre più in là con l’intelligenza artificiale. Ora è anche possibile interagire direttamente con essa, attraverso alcuni sistemi avanzatissimi. Ma c’è una procedura ben precisa da seguire, ecco tutti i dettagli
L’intelligenza artificiale sta raggiungendo livelli sempre più elevati. In particolare in America, dove le principali aziende tech si stanno dando da fare per arrivare a sistemi il più possibile avveniristici. È per esempio il caso di Meta, che ha dato il via ai test per conversare con la sua IA BlenderBot3.
Ora è anche il turno di Google che, stando a quanto emerso, permetterà ad alcuni utenti selezionati di registrati per poter prendere parte ai vari test per LaMDA2, uno dei suoi chatbot più avanzati. Il progetto ha preso vita ad inizio 2022, quando è avvenuta la presentazione dell’app AI Test Kitchen. Quest’ultima darà la possibilità ai consumatori di interagire con l’intelligenza artificiale.
Google permetterà ad alcuni utenti di parlare col suo chatbot LaMDA2
Una prima fase iniziale di test sarà riservata esclusivamente agli utenti residenti degli Stati Uniti, con Google che ha già deciso impostare alcune restrizioni per ciò che riguarda le conversazioni possibili col chatbot LaMDA2. Innanzitutto ci saranno tre modalità di base disponibili: “Immagina”, “Parla di”, “Elenca”. Ognuna di queste ha come obiettivo quello di testare un aspetto diverso delle varie funzionalità disponibili nel sistema.
Entrando più nello specifico, Immagina chiederà agli utenti di nominare un luogo reale e immaginario. LaMDA lo descriverà nel dettaglio con tante informazioni. Parla di offrirà invece un inizio di conversazione, con l’obiettivo finale di rimanere sullo stessa tema. Infine Elenca, che chiede agli utenti di nominare un’attività o un argomento, per capire se LaMDA sarà in grado di scomporlo in vari punti elenco.
Un approccio generale che è più prudente rispetto a quello di Meta. Il suo chatbot ha infatti detto cose piuttosto inquietanti, punzecchiato dagli utenti nel modo giusto. Un fatto curioso è che è riuscito a criticare persino il suo “capo” Mark Zuckerberg. Alla fine si tratta però giustamente di test, ed è compito degli sviluppatori capire in tutto e per tutto cosa c’è che va e cosa c’è che non va all’interno del sistema.