Demenza senile e poche ore di sonno, chi dorme meno rischia di più: la relazione è chiara secondo uno studio scientifico durato oltre 30 anni.
Poche ore di sonno aumenterebbero sensibilmente il rischio di contrarre demenza in tarda età. A mettere in luce la relazione statistica tra i due fatti è uno studio proveniente dal Regno Unito e pubblicato il 20 aprile su Nature Communications. I risultati parlano chiaro: c’è un 30% in più di incidenza di demenza senile nel gruppo che dorme meno di sei ore.
Iniziata nel 1985 e conclusasi nel 2016, la ricerca degli studiosi ha preso in considerazione le abitudini del sonno di 7959 persone dall’età compresa tra i 35 e gli 86 anni. Alla fine dell’indagine, 521 avevano sviluppato la sindrome neurologica degenerativa. L’età media della diagnosi si colloca a 77 anni.
L’analisi ha preso in esame il sonno delle persone di 50, 60 e 70 anni. I ricercatori non hanno intenzionalmente tenuto conto di nessun altro fattore di rischio oltre al sonno, come ad esempio problemi mentali pre-esistenti, disturbi comportamentali, condizione sociale o sindromi di tipo cardio-metaboliche.
Le raccomandazioni degli esperti per minimizzare i rischi: quanto dovremmo dormire
Così come dormire poco, anche troppe ore di sonno non sono esattamente salutari per la nostra mente. Gli studi in materia sono meramente statistici e vanno presi con il beneficio di inventario perché non sono in grado di dimostrare un rapporto di causa ed effetto. Resta però consigliabile, sostiene lo studio, riposare ogni notte tra le sette e le nove ore, meglio se senza interruzioni.
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L’attenzione dello studio si è concentrata sulla mezza età perché la demenza è la manifestazione palese di un processo degenerativo che di norma va già avanti da circa 20 anni. Inoltre, poiché la demenza può a sua volta determinare disturbi del sonno, i ricercatori sono stati costretti a considerare il fenomeno sul nascere, per essere ragionevolmente sicuri che i disturbi del sonno fossero una causa e non un sintomo della malattia.
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A prescindere da altri fattori, il gruppo che dorme sette ore per notte ha mostrato la più bassa incidenza dei casi di demenza. Non c’è bisogno di ricordare i benefici di una corretta abitudine al sonno, che consente a mente e corpo un recupero essenziale per la nostra salute. La professoressa Severine Sabia, prima firmataria dello studio, epidemiologa presso lo University College di Londra (UCL) e ricercatrice dell’Istituto Nazionale della Salute e della Ricerca Medica (Inserm) di Parigi, ha spiegato: “Anche se non possiamo affermare che poche ore di sonno provocano la demenza, il nostro studio conferma l’importanza di una corretta igiene del sonno”.