Secondo i dati del Digital Civility Index di Microsoft, diminuisce lievemente a livello globale l’esposizione di giovani e adulti alle insidie di Internet
L’emergenza pandemica e la realtà online: due fenomeni che si legano vicendevolmente, cambiando in modo sostanziale le abitudini a livello globale. L’esplodere della pandemia ha infatti segnato una impetuosa crescita della popolarità del mondo di Internet, come dimostrano i trend legati allo shopping online.
La pandemia ha inciso anche nelle interazioni online. In base ai dati del Digital Civility Index di Microsoft relativi al 2022, diffusi in occasione del Safer Internet Day, il 40% degli italiani ha dichiarato un peggioramento del livello di civiltà sul web con l’avvento del Covid-19, con numeri in netta crescita (+23%) rispetto allo scorso anno. Diverso è invece il discorso per ciò che riguarda la pericolosità della rete, dove si registra un miglioramento di due punti del Civility Index global, l’indicatore del livello di esposizione delle persone dinanzi ai rischi di Internet. L’Italia occupa la decima posizione, migliorando la dodicesima piazza dell’anno precedente, anche se nel 2019 era al nono posto.
In linea generale, i Paesi Bassi primeggiano nella speciale graduatoria, affiancati da Germania (secondo posto) e Regno Unito (medaglia di bronzo). Importante è anche segnalare la presenza di un paese del Sudamerica, con il Cile posizionato al nono posto. Guardando invece in modo più specifico, sono le donne ad essere maggiormente esposte ai rischi online (57% contro il 43%), mentre tra i pericoli più comuni a livello globale si segnala soprattutto l’incidenza delle fake news e del sexting, come confermato dagli intervistati.
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Ad attenuare il livello di civiltà sono alcuni fenomeni ormai entrati nelle abitudini degli italiani, come i meeting online e la didattica a distanza: entrambe le attività sono state ritenute dall’82% degli intervistati italiani come quelle che più di tutte hanno avuto un ruolo importante nel migliorare il livello di civiltà online.
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In ogni caso, emerge come l’89% degli italiani sia concorde nel condividere la necessità di portare avanti programmi di educazione e formazione in ordine ai corretti comportamenti da tenere online. Tra le azioni propositive figura, secondo l’82% degli intervistati italiani, un maggiore intervento da parte delle piattaforme social rispetto alla rimozione dei contenuti offensivi e l’abolizione dell’anonimato online.
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