La rivoluzione del digitale terrestre è iniziata da un paio d’anni. Fra rinvii e corse verso il futuro, manca l’ultimo ostacolo, quello di un DVB-T2 non più ibrido, previsto per fine anno-inizi 2023.
A marzo è iniziato lo switch, con la possibilità di guardare i canali specializzati di RAI e Mediaset con il nuovo formato, per il momento però ancora una doppia chance, visto che i canali più importanti, sia di RAI sia di Mediaset, possono vedersi in tutti e due modi.
Gli utenti, comunque, riscontrano ancora problemi a settembre, nonostante dallo scorso giugno sia stato effettuato il cosiddetto refarming, ossia quella riorganizzazione delle frequenze trasmissive. Che hanno permesso la sua prevista evoluzione, abbandonando progressivamente la banda 700MZh.
La nuova Sub 700MHz, sarà utilizzata dagli operatori di telefonia mobile per la diffusione della rete 5G e il consolidamento di quella 4G. Una notizia importantissima, soprattutto dopo che Lazio e Campania (le ultime regioni da calendario) sono state emancipate dal refarming.
I problemi di visione rimangono, ma al netto di certi intoppi, tutt’oggi irrisolti, quelli più comuni possono essere risolti. Come? Con semplici soluzioni.
Per il momento la lamentela più grave è quella relativa a un segnale scarso o assente. Si parte sempre da una tanto necessaria quanto fondamentale operazione di risintonizzazione, semplicissima, a portata di ragazzino: menu interno di impostazione, poi clic su configurazione: se viene richiesto un codice pin, di solito è “0000” o “1111” oppure “1234”. Oppure quello personalizzato. Fa lo stesso. Certi problemi sono stati risolti così. Altrimenti?
Altrimenti è cosa buona e giusta controllare il cavo dell’antenna, un particolare spesso trascurato dai cittadini italiani. Spesso quel cavo va cambiato: è preferibile uno più spesso e il meno flessibile lo stesso, proprio perché garantiscono una minore perdita di segnale. Altro particolare da tenere in considerazione sul cavo è che non sia intrecciato, o ostacolato, ma libero, soprattutto in prossimità del connettore dell’antenna, onde evitare la sua usura.
Il terzo rimedio fai-da-te è il controllo dello stato dei connettori: in tal senso meglio che il cavo antenna non sia instradato dentro un dispositivo ponte come un registratore digitale che fin troppo spesso abbassa la resa. Non affatto performante. Già che ci siete, un occhio agli ingressi della televisione.
Un altro problema è dato dall’audio: non è un discorso legato alla tv, piuttosto, in certi casi, di Dolby Digital, che crea conflitti su tv e on demand in HD. Una soluzione? Provate a utilizzare l’uscita audio coassiale, scegliendo l’impostazione audio interna su stereo. Ha risolto tanti problemi. Gli altri ci penseranno gli addetti ai lavori, sperando che il 2023 sia davvero l’anno della fine della rivoluzione del digitale terrestre di nuova generazione.
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