Ancora problemi legati allo switch off del Digitale Terrestre. Il costo per l’acquisto delle frequenze è di ben 5 volte più alto rispetto a prima
Entro il 2023, il Digitale Terrestre completerà quella che viene definita come una vera e propria rivoluzione. Lo switch off al DVB-T2 porterà benefici tangibili a tutti: ancor più scelta di canali, trasmissione in Alta Definizione e molto altro. Per agganciare le novità, però, sarà necessario avvalersi di apparecchiature di ultima generazione.
E le problematiche non sono finite qui. Si sta iniziando infatti a parlare anche del futuro delle emittenti locali, bloccate dal costo schizzato alle stelle delle singole frequenze di trasmissione. Si parla di un prezzo ben cinque volte più alto rispetto a prima, per un problema che rischia di diventare molto serio per le realtà minori.
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Digitale Terrestre, costi delle frequenze alle stelle: cosa sta succedendo
La denuncia è arrivata dal Consigliere Regionale delle Marche Anna Menghi. “Stiamo assistendo ad un’evidente distorsione di mercato che potrebbe impedire la prosecuzione delle attività di molte emittenti. Le richieste economiche delle varie società aggiudicatarie delle frequenze sono ben cinque volte maggiori rispetto al passato” viene spiegato nella mozione. Il documento è stato approvato anche dagli altri consiglieri della Regione lo scorso 15 febbraio 2022 e viene richiesta un’azione tempestiva del MiSE.
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“Se non ci sarà uno stop alla sottoscrizione dei contratti per ridiscutere i termini economici, le emittenti locali delle Marche saranno danneggiate dopo decenni di servizio indispensabile all’informazione locale” continua poi la denuncia: “Il bando del MiSE aveva disposto che non potessero esserci condizioni peggiorative rispetto a quelle praticate al momento della pubblicazione, ma la fretta ha fatto sì che le emittenti non avessero garanzie precise sul futuro“. Ora si attende una risposta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico su un problema che rischia di diventare molto grave.