La rivoluzione del Digitale Terrestre entra nel vivo. La prima fase si è incentrata sul dimezzamento dei Mux a disposizione degli operatori nazionali televisivi, con tanto di delibera Agcom 129/19/Cons, dovuto al fatto che con il passaggio al DVB-T2 (decoder di seconda generazione) sarà possibile trasmettere più canali occupando le stesse frequenze.
A settembre il primo grande switch, ossia il passaggio all’MPEG-4 da effettuarsi contemporaneamente in tutto lo Stivale e diviso per aree grazie all’assegnazione delle frequenze. A giugno 2022 si completerà il passaggio del Digitale Terrestre, così come l’abbiamo imparato a conoscere finora, al DVB-T2. Un qualcosa che adesso possiamo cominciare ad immaginare.
Digitale Terrestre, via al protocollo sperimentale in vigore da giugno 2022. Come capire se cambiare decoder/tv o meno
A inizio giugno, infatti, è stato introdotto sul territorio nazionale, seppur ancora sotto forma di test, il nuovo standard comune per la trasmissione televisiva, che entrerà definitivamente in vigore entro il 20 giugno 2022: il protocollo per il Dvb-T2. Va detto, per il momento, che non ci sarà nessuna variazione sulle abitudini televisive degli italiani, ma è necessario documentarsi e familiarizzare con il nuovo Digitale Terrestre, anche perché giugno 2022 non è poi così tanto lontano.
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Il protocollo DVB-T2, abbreviazione di Digital Video Broadcasting – Second Generation Terrestrial, un’estensione dello standard DVB-T del consorzio europeo DVB per una modalità di trasmissione televisiva digitale terrestre, consentirà la transizione verso la trasmissione in HD (high definition) che sostituirà quella in SD (standard definition) ancora in uso da parte di diverse emittenti. I possessori de vecchidecoder SKY, ma non solo, dovranno adeguare i ricevitori eventualmente obsoleti.
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Niente panico, la situazione per ora è più semplice del previsto grazie al protocollo DVB-T2: qualsiasi nuovo televisore acquistato a partire dal 1 gennaio 2017 è integrato col codec HEVC che prevede l’alta definizione dei canali, questo significa che la rivoluzione del Digitale Terrestre non lascerà strascichi.
Un altro modo per capire se bisognerà cambiare dispositivo, o meno, l’hanno evidenziato i due principali operatori italiani. Rai e Mediaset, infatti, hanno predisposto un test sui canali di servizio 100 e 200, rispettivamente dei mux Rai 1 e Mediaset 4, quelli con la più alta copertura del territorio nazionale: se si visualizza una schermata statica con la scritta “Test HEVC Main10”, si può stare tranquilli: il proprio televisore riceverà il nuovo segnale tv. Viceversa, se invece i cartelli non saranno visibili neppure dopo una risintonizzazione completa dei canali, allora sarà necessario cambiare decoder.
Con il nuovo protocollo DVBT2 entrano in scena degli strumenti tanto piccoli quanto utili, delle chiavette in grado aprire l’abitudine di guardare la tv. E metterla in uno smartphone. Queste chiavette, infatti, sono in grado di collegarsi al segnale del decoder per trasmetterlo direttamente sullo schermo del telefono, senza bisogno di avere una connessione a internet. Trenta euro, circa, e i programmi della TV pubblica finiranno direttamente nel proprio smartphone. Una vera e propria rivoluzione.