C’è chi dice perfino che lo switch off definitivo del digitale terrestre, che toglierà l’ibrido attuale fra i canali che si vedono (quelli generalisti, i più importanti) ancora con la vecchia codifica e quelli (tutti gli altri) già compatibili con l’ormai famigerato DVB-T2, avverrà il 20 dicembre, per la gioia di chi deve ancora attrezzarsi per la nuova tecnologia e per i negozianti che nella settimana che porta a Natale sono sommersi di problematiche.
A prescindere se questa indiscrezione verrà suffragata o meno dall’ufficialità del MISE, bisogna arrivarci a dicembre. Il mese entrante, infatti, porta delle novità, con la speranza di una forte diminuzione che attanagliano moltissimi cittadini italiani, non dipendenti da loro colpe. Tant’è.
Ottobre, per esempio, è iniziato con un altro importante aggiornamento della numerazione LCN nazionale e quindi dei relativi canali TV del digitale terrestre. Una bella sintonizzazione non ha fatto mai male a nessuno. D’altronde in questi due anni ci hanno abituato a risintonizzare la nostra tv, o decoder, tanto fa lo stesso.
Lavori costanti, direttamente proporzionati ai problemi esistenti
Al di là del cambiamento di questo o quel canale, comunque, stanno proseguendo i lunghissimi lavori di aggiornamento in vista del prossimo e definitivo switch off: c’è chi dice il 20 dicembre. E chi, in virtù delle esperienza passate, ci va in maniera più cauta e si aspetta l’addio all’ibrido con l’inizio del nuovo anno.
I lavori sono costanti, direttamente proporzionati ai problemi, un po’ a macchia di leopardo, esistenti in tutta Italia. Così, ogni giornata è buona per colmare qualche lacuna, smussare qualche angola, permette agli italiani, di godersi in santa pace la televisione, per di più di nuova generazione, con tutti i comfort negati da un segnale troppo spesso vicino all’assenza totale.
Per ricevere tutti i nuovi, si spera funzionanti, aggiornamenti è necessario essere dotati di un dispositivo compatibile. Che sia un televisore (acquistato nel 2018 a seguire) o un digitale terrestre fa lo stesso, l’importante è che abbia la tecnologia DVB-T2-HEVC Main 10.
Non c’è molto tempo, a prescindere da quel 20 dicembre paventato, Confindustria Radio TV ha deciso di far spegnere i canali residui con la codifica digitale Mpeg-2, dismettendo quelle emittenti in simulcast della numerazione 500 (Rai 1 – 501, Canale 5 – 505, Rete 4 – 504) che, dopo i primi switch off di questo 2022, sono divenuti dall’8 marzo scorso i canali accessibili per chi ancora non ha adeguato le apparecchiature TV ai nuovi standard del famigerato DVB-T2. Meglio sbrigarsi, sperando che questa lungo passaggio al digitale terrestre di nuova generazioni porti progressi, ma tolga i guai esistenti.