Con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, è iniziata lo scorso 20 ottobre la lunga rivoluzione del Digitale Terrestre, che si concluderà a fine 2022 con lo switch definitivo all’ormai arcinoto DVB-T2.
Sfruttando l’MPEG-4, RAI e Mediaset hanno portato alcuni dei rispettivi canali tematici in HD: nove nello specifico per la TV di Stato (Rai 4, Rai 5, Rai Movie, Rai Yoyo, Rai Sport+HD, Rai Storia, Rai Gulp, Rai Premium e Rai Scuola), sei per l’azienda italiana, controllata dalla holding Gruppo Mediaset (TgCom24, Mediaset Italia 2, Boing Plus, Radio 105, R101 TV e Virgin Radio TV), mantenendo i canali principali ancora per un po’ lì dove stavano. Ora tocca alle altre.
Occhi puntati emittenti locali, alle prese con una serie di cambiamenti, riassunti nella parola di stampo inglese refarming, termine tecnico riassumibile nel passaggio da una tecnologia a banda “stretta” (il vecchio GSM) tanto per intenderci a una a banda larga (Umts, Wimax oppure l’Lte).
Operazione Refarming, l’Italia divisa in quattro macro-aree
L’attività di refarming sarà uno dei punti-chiave del passaggio al Digitale Terrestre di seconda Generazione, riguarderà in particolare la banda a 1.800 Mhz e la sua trasformazione mediante tecnologia per essere compatibile con il nuovo DBV-T2. Nello specifico, l’Italia verrà divisa in quattro macro-aree.
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La Sardegna (area 1) farà da apripista con i cambiamenti, salvo problemi sempre dietro l’angolo, dal 15 novembre al 18 dicembre 2021. Con il nuovo anno, dal 3 al 10 gennaio 2022 la RAI attiverà nuove frequenze in Sardegna per i Mux Rai. Sempre dal 3 gennaio 2022 e fino al 15 marzo, via a Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano (Area 2). Ma anche all’Area 3, composta da: Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, tranne la provincia di Piacenza (Area 3).
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Dal 1° marzo al 15 maggio 2022 sarà il turno di Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise, Marche, tutte nell’Area 4. Con il Primo Maggio, fino al 30 giugno 2022, la rivoluzione del Digitale Terrestre includerà Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, in Area 1B. Il Mux 1 Rai sarà spento sui 700 MHZ e in banda VHF. E così via, fino a quando l’avvento del DVB-T2, il digitale terrestre di seconda generazione con codifica HEVC, quella la tecnologia che consente di mantenere (quasi) tutti i canali attuali in uno spazio frequenziale ridotto, non sarà definitivo. E quindi obbligatorio.
I cittadini italiani dovranno risintonizzare TV/Decoder per vedere in primis se funziona tutto. Il mancato funzionamento dovrebbe essere ascritto al fatto che il dispositivo o è stato acquistato prima del 2017 (in tal caso va cambiato) o non è compatibile con il codec MPEG-4 (lo stesso adottato adesso dai canali 15 RAI e Mediaset di cui sopra: se vedete quelli, non avrete problemi) per qualsiasi voglia motivo. Se così fosse, meglio acquistare un nuovo dispositivo, ce ne sono tantissimi a prezzi stracciati, grazie anche a uno dei due bonus TV (accoppiabili) con la possibilità di usufruire del 20% di sconto fino a un massimo di 100 euro, senza guardare allo sconto riservato solo a coloro che hanno un ISEE molto basso, sotto i 20mila euro annui.